Confturismo, addio alle vacanze: 20 milioni di italiani bloccati dalle incertezze sui vaccini


ROMA - Quest'anno le vacanze sembrano un sogno lontano. Cinque milioni di italiani hanno rinunciato, infatti, a programmare ferie e vacanze a causa delle ultime restrizioni: in totale, 20 milioni sono bloccati dall’incertezza sul fronte delle vacinazioni. E’ quanto emerge dall’Indice di Fiducia dei viaggiatori italiani – calcolato mensilmente da Swg per Confturismo-Confcommercio – che a marzo sale attestandosi a 53 punti, sempre comunque 9 punti sotto l’ultimo valore pre-pandemia, quello di marzo 2019.

Comincia lentamente a tornare la voglia di viaggiare – rileva l’indice – ma a frenare i progetti di vacanza degli italiani sono, da un lato, le restrizioni agli spostamenti rafforzate dalle ultime misure del Governo, dall’altro le incertezze sui tempi delle vaccinazioni.Un intervistato su tre, infatti, dichiara che, tra marzo e maggio, avrebbe voluto programmare un viaggio ma non lo ha fatto per le disposizioni che impediscono di circolare tra le diverse aree dell’Italia, oltre che verso gli stati esteri. In termini pratici questo vuol dire che, a coloro che comunque non sarebbero partiti, per timori per la salute, per mancanza di ferie o di disponibilità economiche, si aggiungono, da qui all’inizio dell’estate, altri 5 milioni di connazionali che non si muoveranno per turismo in Italia, pari a quasi 12 milioni di presenze in meno.

Ancor più pesano sulla prossima estate le indecisioni sul piano vaccini. Il 75% degli intervistati dichiara che, se potesse essere vaccinato nelle prossime settimane, sarebbe più propenso a programmare da subito le vacanze, in pratica a prenotare. Dunque tre quarti del popolo italiano dei vacanzieri, quindi quasi 20 milioni di persone prendendo a riferimenti i dati Istat, non fa progetti di viaggio perché resta in attesa di sapere quando verrà vaccinato.

A ciò si aggiunge il fatto che il 62% del campione dice che considererebbe con attenzione l’ipotesi di andare in una destinazione “Covid free”, dove un sistema composito di test in partenza e di operatori turistici e popolazione locale vaccinata garantirebbe una sorta di “bolla” per proteggere la salute. Attenzione dunque a non restare indietro rispetto ai competitor di Grecia, Spagna, Croazia e altri Paesi che perseguono da settimane questa strategia e, soprattutto, stanno costruendo su di essa una pesante linea di comunicazione interna e verso l’estero. L’Italia potrebbe restare a bocca asciutta di turisti anche per la semplice mancanza di queste azioni basilari.

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