Cosa sappiamo sull'immunità al Covid

ROMA - Di certezze ne abbiamo poche, ma i primi dati disponibili sono abbastanza incoraggianti. Se per il vaccino è davvero presto, qualche informazione in più arriva dai pazienti che hanno già contratto il virus mesi fa.

Gli studi di popolazione sembrano suggerire che l’immunità al Covid duri per un certo lasso di tempo, ma non per tutta la vita, e non protegga completamente da tutte le varianti. Per questi motivi, secondo molti esperti, dovremo sviluppare nuovi vaccini per le varianti e tornare a vaccinarci periodicamente.

Secondo gli scienziati un elemento che gioca a nostro favore è la natura regolare della sua superficie, ricoperta in modo abbastanza uniforme dalla ormai celebre proteina spike: questa uniformità fa sì che i macrofagi (i globuli bianchi che inglobano i patogeni) siano in grado di legarsi facilmente al virus, anche se potrebbero non essere più così efficaci quando incontrano varianti del virus con la proteina spike mutata rispetto a quella che hanno imparato a riconoscere.

Sembra che le cellule T, invece, funzionino abbastanza bene contro le varianti: se fosse così, potremmo addirittura non aver bisogno di nuovi vaccini (a meno che il virus non muti così tanto da rendere inefficaci anche le cellule T). In ogni caso resteremmo protetti per lo meno dalle forme più gravi della malattia.

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