Baresi che hanno fatto la storia di Bari: Nino Lavermicocca


VITTORIO POLITO
- Nino Lavermicocca (1942-2014 archeologo, ha diretto la Soprintendenza Archeologica della Puglia, in qualità di responsabile per la Regione del settore medievale, ha condotto scavi programmatici ed esplorazioni di archeologia medievale. Promotore e animatore di mostre, attività didattiche, itinerari turistico-culturali, ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo. Lavermicocca sapeva tutto su Bari, San Nicola ed il centro storico. Autore di innumerevoli testi, tra cui: “Bari Bizantina”, “Santi di Strada” (5 voll.), “La Via Egnazia itinerario di identità europea”, “La nave dei miracoli”, “Bari, le chiese della città vecchia”, “Alle origini del Corridoio 8”, “Bari vecchia percorsi e segni della storia”, ecc. Quelle citate sono solo alcune delle pubblicazioni di alto valore culturale e scientifico. Mi piace ricordare tra le sue ultime pubblicazioni “La nave dei miracoli – Storie prodigiose di San Nicola di Bari” (edizioni di Pagina), un bel volume che parla di San Nicola quale presenza tuttora viva e affascinante nel mondo contemporaneo, emblema ecumenico di un patrimonio mistico e mitico mirabilmente condiviso.

San Nicola è una presenza tuttora viva e affascinante nel mondo contemporaneo, emblema ecumenico di un patrimonio mistico e mitico mirabilmente condiviso. La sua figura è radicata profondamente nel sostrato devozionale, immaginifico e tradizionale delle popolazioni europee.

Ha scritto bene Sabrina Veneziani nella prefazione al volume: «Nino Lavermicocca è interprete propositivo di tensioni devozionali di quella nutrita schiera di fedeli che fa della visita al sepolcro del Santo il miraggio di una vita. Il desiderio del riconoscimento di San Nicola quale “patrimonio ed eredità europea e mondiale, fortemente condivisa”».

Nino Lavermicocca è stato un viaggiatore che ha percorso ogni strada possibile per raccogliere e studiare tracce per la devozione nicolaiana coniugata con l’arte e l’artigianato. E San Nicola lo proteggerà sicuramente nell’eternità.

In riferimento al volume “Bari Vecchia, percorsi e segni della storia” (Adda editore), curato da Lavermicocca, con introduzione di Francesca Radina e fotografie di Nicola Amato e Sergio Leonardi, Lino Patruno scriveva che Nino ha girato mezzo mondo, se non tutto, «Bari vecchia è la città vecchia più bella del mondo», e non ha certamente torto, se solo si considera cosa racchiude la nostra originale e antica città. Il volume di che trattasi raccoglie scritti di Giuseppina Agresti, Dario Ciminale, Nicola Cortone, Maria Rosaria Depalo, Nunzio Giorgio.

Il volume, accompagna il lettore in una bella ed interessante passeggiata culturale nel nostro bel centro storico, partendo dalla cronologia dello sviluppo urbano ed attraversando i luoghi della memoria, la Cattedrale, San Nicola, i percorsi archeologici, le aree della ricerca, gli stemmi, le edicole, i simboli ed i racconti.

Lavermicocca, nel suo capitolo, evidenzia, tra l’altro, la dissipazione del patrimonio archeologico della città, riferendosi alla «sciagurata decisione burocratica che ha fatto sì che un ingente patrimonio di cultura – le collezioni archeologiche – sia stato dapprima scisso nelle pertinenze-proprietà di Stato e Amministrazione Provinciale e poi “traslato” nel Monastero di Santa Scolastica dove, fra progetti megagalattici, furti e negligenza, il già Museo Archeologico è scomparso nel nulla». Francesca Radina, che firma l’introduzione, sottolinea che Bari fin dal suo primo insediamento ha mostrato la sua vocazione agli scambi come uno dei maggiori della sponda adriatica occidentale e che la storia della nostra città vecchia si stratifica sotto la stessa e quando affiora, lo fa con evidenza.

Lavermicocca fu anche a lungo di casa alla “Gazzetta del Mezzogiorno”, infatti aprì le pagine alla cultura alta della sua scienza. Grande divulgatore e grande studioso.

Il volume “La nave dei miracoli” (Le storie prodigiose di San Nicola di Bari), ed. Pagina, corona l’interesse e la variegata curiosità di Lavermicocca per la figura di San Nicola nelle sue molteplici connessioni tra storia, arte, culto e folklore, dei cui documenti ha arricchito una collezione privata tra le più ricche della città di Bari.

Padre Damiano Bova, o.p., già Rettore della Basilica di San Nicola, scrive: “Ora Nino ha voluto mettere in questa operazione la sua firma: ‘finis coronat opus’. La sua non è stata una avventura velleitaria, da collezionista avido di godersi il suo tesoro. Egli si proclama a chiare lettere servitore della patria, poiché intende socializzare i frutti delle sue appassionate ricerche, scopo ultimo delle sue fatiche. Insomma Nino Lavermicocca era innamorato di Bari, di San Nicola e di tutto quello che li riguardava. Più barese di così!

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