Il Palazzo della Provincia di Bari


VITTORIO POLITO –
Bari, insieme a molte città italiane è sede di tanti monumenti, cattedrale, basilica, santuari, chiese, ed anche un corteo di palazzi pubblici e privati.

Sull’incantevole lungomare di Bari si allineano numerosi palazzi pubblici, il più bello di tutti quello della Provincia con la sua maestosa torre dell’orologio, alta mt. 62,50, dedicata al tempo della sua realizzazione ai “Martiri della Grande Guerra e della Rivoluzione Fascista”. L’edificio realizzato su progetto dell’ing. Luigi Baffa (1894-1933), nativo di Galatina (Lecce), con varianti dell’ingegnere Vincenzo Chiaia, incaricato alla successione della direzione dei lavori, in seguito alla morte di Baffa a causa di un incidente stradale.

L’architetto Saverio Giannatempo in collaborazione con Clara Gelao, foto di N. Amato e S. Leonardi e prefazione di Antonio Rossano (1940-2011), ha pensato bene di descriverlo accuratamente nella pubblicazione “Il Palazzo della Provincia di Bari”, edito nel 2001 da Mario Adda Editore, particolarmente attento a diffondere eleganti edizioni sulla nostra bella città.

I decori, la maestosità delle stanze, la splendida Torre, la Sala del Colonnato, la Sala Consiliare, la scalinata, rappresentano un prezioso esempio di architettura e testimonianza del passato. Nella Sala Consiliare non manca neanche il Palco della Musica, destinato a interventi musicali e, per tale scopo, fu data facoltà, alla ditta esecutrice, di decidere la conformazione più adatta alla ottimale diffusione dei suoni. Da decenni il Palco è, purtroppo, inagibile, nonostante le promesse di restauro dei vari presidenti.

Un volume, come scrive nella presentazione Marcello Vernola, Presidente pro tempore della Provincia, che rimarrà nella storia a testimonianza del valore estetico e funzionale di una sede istituzionale, centro della vita amministrativa dei comuni rappresentati. Oggi è sede della Città Metropolitana di Bari.

La pubblicazione, che fa un po’ la storia del palazzo, dalla scelta della sede, al progetto, alle strutture murarie, al portico, alla torre dell’orologio, alla Pinacoteca, agli eventi bellici, è arricchito dal prezioso contributo di Clara Gelao sulle strutture e sulla funzione della Pinacoteca Provinciale, la cui istituzione ufficiale risale al 12 luglio 1928.

Il giornalista Antonio Rossano, scomparso nel 2011, che firmò la prefazione, scrisse, tra l’altro: «La sensazione più singolare è quella di ammirare per la prima volta un palazzo che, pure, conosciamo bene. Merito dell’accurato lavoro di ricerca condotto dall’autore». Un palazzo centrale nella storia dello sviluppo di Bari, che ha impresso e tuttora imprime un marchio, nel bene e nel male, all’intero tracciato del lungomare urbano.

Tra le immagini della Pinacoteca, presenti nel testo, sono visibili quelle del nostro San Nicola con le storie della sua vita (sec. XIII di ignoto pittore pugliese) e quelle di Giovanni Fattori, Gioacchino Toma, Giuseppe De Nittis, Francesco Netti e Filippo Cifariello (1864-1936), ecc. La pinacoteca annovera molte opere di quest’ultimo artista, frutto di una donazione dello stesso risalente al 1934.

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