Capire l’antifona!


VITTORIO POLITO - L’antifona, dal greco ‘antìphonos’, nella liturgia cristiana, è un breve canto melodico preposto al salmo. Nella musica dell’antichità classica, canto a due voci, versetto cantato o recitato prima o dopo una preghiera.

L’espressione antifona in senso figurato significa capire ciò che uno, parlando copertamente, vuol dire a che cosa mira il suo discorso.

Le antifone sono definizioni concise ed essenziali, affiancate da esempi d’autore che documentano, come i modi di dire, lontani da essere espressioni piatte e fossilizzate, possono evocare immagini o suscitare emozioni diverse dei diversi scrittori.

Qualche decennio fa l’editore Zanichelli pubblicò il dizionario dei modi dire con esempi d’autore “Capire l’antifona”, a cura di Giovanni Turrini, Claudia Alberti, Maria Luisa Santullo e Giampiero Zanchi, nel quale sono riportati una marea di modi di dire che dimostrano che la frase fatta, utilizzata in modo libero e creativo, possa diventare un mezzo espressivo diretto, conciso ed efficace.

In sostanza “capire l’antifona” significa intendere il significato di un discorso, anche se nascosto da parole caute ed esitanti, afferrandone l’avvertimento nascosto, un’intenzione non apertamente dichiarata.

Dal dizionario citato ho tratto alcuni modi di dire che volentieri sottopongo all’attenzione dei lettori.
 

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