Ciao Vinny si vede, si sente: 20 anni con uno sguardo rivolto alla città


BARI - Un’auto, quattro amici che cantano in auto al ritorno da una serata in discoteca. Una curva, poi lo schianto. Era il 14 aprile del 2002. Sono trascorsi venti anni da quella notte. Venti lunghi anni da quando Vincenzo Moretti e Maria Ester Martino hanno chiuso gli occhi per sempre al loro futuro. Nell’immediato il dolore e la rabbia. Il desiderio di capire. La ricerca dei responsabili. Poi tante fiaccole strette tra le mani. Un lungo serpentone che ha attraversato il centro della città. Ragazzi, famiglie, amici, conoscenti. Tutti insieme per gridare al mondo un grande “Basta”. Basta sangue sulle strade. È nata così la fondazione Ciao Vinny in un mix di rabbia e amore. È nata con il coraggio della famiglia Moretti, di Biagio, Yvonne, Lorenzo, Francesco e Sasha. Degli amici di Vincenzo e di Maria Ester e di tutti coloro i quali, anche per poco, hanno incrociato il loro sguardo.

Ciao Vinny - con i suoi volontari - è entrata nelle scuole e nelle discoteche. È arrivata in India per dare un contributo ai più bisognosi. I volontari di Ciao Vinny hanno parlato ai ragazzi. Hanno raccontato storie. Tante. E non solo quella di Vincenzo, ma anche quella di tanti angeli che sono stati strappati alle loro famiglie e ai loro amici. Proprio quel dolore ha abbracciato quello di altre famiglie, di altre mamme, di altre papà e di altri fratelli.

Ciao Vinny è diventata una grande famiglia. Ha raccolto le esperienze di tutti e ha messo insieme le idee. È nata così la Federazione “Le strade di San Nicola” che in sette anni ha messo insieme quarantadue progetti, tante esperienze umane a confronto e 13 associazioni del territorio. Con un motto: insieme si po' tutto. Costante e prezioso il contributo del Comune di Bari e della Regione Puglia. Prezioso perché sempre nella logica di Ciao Vinny tutto si può fare se si guarda verso lo stesso obiettivo. Vent’anni dicevamo, 20 anni in cui l’obiettivo è stato e continuerà a essere, dare un contributo alla città: puntare lo sguardo sui fragili, su chi ha bisogno di un sostegno, di una parola di conforto e di un sorriso. Ma anche di ricordare ai ragazzi che alla guida bisogna stare attenti. Che se si beve non si guida e che la vita è un bene prezioso. Un bene da tenere stretto. Sempre in nome di Vincy e di tutti i ragazzi che, come lui, ci hanno spezzato il cuore e che ci mancheranno per sempre ma che ci danno la forza di continuare a lottare.

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