Omicidio Civitanova: “L’aggressore aveva un tutor”

CIVITANOVA MARCHE - "Se c'è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell'omicidio di Alika, serve riflettere: se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche". Lo ha detto l'avvocato Francesco Mantella, legale della famiglia di Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano ucciso a Civitanova Marche da Filippo Ferlazzo. "Abbiamo piena fiducia nell'operato della Procura di Macerata", aggiunge il legale.

"Le scuse di Ferlazzo non bastano, ora serve solo giustizia e non vendetta. E' difficile riuscire a comprendere quello che è successo". E' il commento della famiglia di Alika Ogorchukwu - l'ambulante nigeriano ucciso a Civitanova Marche - affidato all'avvocato Francesco Mantella.

Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano 39enne aggredito e ucciso ieri pomeriggio in centro a Civitanova Marche, è stato seguito dall'aggressore, che poi lo ha colpito prima con la stampella, appartenente al 39enne, claudicante a seguito di un incidente stradale, facendolo cadere a terra e "poi a mani nude fino alla morte". A dichiararlo il dirigente della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi durante una conferenza stampa in corso presso il Commissariato di Ps di Civitanova Marche. Non ci sono motivi legati all'odio razziale nell'omicidio commesso dal 32enne italiano Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. "Le indagini sono in corso, ma la situazione è abbastanza chiara - ha detto Luconi - tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell'aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l'elemosina".

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