La politica, i politici, la carica dei 101 ed i proverbi


VITTORIO POLITO - La politica è la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica. L’attività svolta per il governo di uno Stato, il modo di governare, l’insieme dei provvedimenti con cui si cerca di raggiungere determinati fini. C’è la politica commerciale, comprendente tutti i provvedimenti diretti a regolare il commercio; la politica creditizia, il complesso e il carattere dei provvedimenti del governo e della banca centrale miranti a disciplinare, espandere o contrarre il credito; la politica economica che comprende i provvedimenti economici adottati da determinati Stati in determinati momenti storici o periodi di tempo; la politica estera, che riguarda le relazioni con altri Stati; quella finanziaria, che considera l’assunzione dei compiti e relative spese da parte dello Stato, e il reperimento delle entrate necessarie con conseguente riparto dell’onere tra i cittadini; la politica interna, che riguarda i problemi di carattere interno; la politica monetaria, l’azione dei poteri pubblici nella sfera della moneta e del credito per fini di controllo economico, ecc.

Poi ci sono i politici che ci stanno offrendo in questi giorni lotte intestine nel tentativo di “accoppiare” simboli e contrassegni nella speranza di “catturare” voti nel tentativo, in certi casi maldestro, di giungere ai poteri dello Stato. E a proposito di simboli, c’è la semiotica che è la scienza generale dei segni e della conoscenza simbolica e della trasmissione e interpretazione, o dei modi in cui si comunica o si produce un contrassegno. Proprio quello che sta avvenendo in questi giorni in preparazione alle elezioni politiche indette per settembre. Una vera lotteria elettorale.


C’è il gruppo della follia, dei gay, dei moderati, degli animalisti, dell’Italia sovrana, del Popolo delle partite IVA e chi più ne ha più ne metta! Insomma una varietà mai visto di simboli, se ne contano 101 tra partiti, gruppi e gruppuscoli, molti dei quali, di nessuna utilità sociale e politica. Una massa di chiacchieroni e nullafacenti che vorrebbero prendere il potere. Tutti da evitare accuratamente. E pensare che prima i simboli erano al massimo una decina: Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito Socialista, Movimento Sociale Italiano, Partito Liberale, Partito Repubblicano. Anche la volontà di qualcuno di far cancellare, ad esempio la “fiamma” dal contrassegno della Meloni, è un’altra bufala, dal momento che non considerano che il Movimento Sociale, quando era un Partito presente ufficialmente in Parlamento, era considerato del tutto democratico, quindi non avrebbe senso pretendere la rimozione di quel simbolo. Ma questa è un’altra storia.

I proverbi, utilizzati a livello popolare, nella maggior parte dei casi, offrono un’immagine della politica propria di persone che l’hanno vissuta da spettatori più che da protagonisti. Solo dopo la Rivoluzione Francese si inizia a trovare proverbi che entrano nel vivo dei poteri politici, come si intende oggi. In Italia, dal Risorgimento, appaiono detti che rivelano una certa consapevolezza di persone desiderose di essere protagoniste della vita pubblica. Le attività di governo, mai favorevoli al popolo, erano solo ingiustizie del potere che lasciavano tutto com’era: un triste spettacolo di profittatori, voltagabbana e adulatori che promettevano e non mantenevano, proprio come oggi. Infatti i simboli presentati sono ben 101, come il noto film d’animazione “La carica dei 101”, diretto da Clyde Geronimi, Hamilton Luske, Wolfgang Reitherman che narra le avventure di un cane dalmata.

Ed ora vediamo i proverbi.

La politica è roba unta: chi ci scende e chi ci monta. La politica un’attività scivolosa, chi ci fa buoni affari e chi ci rimette tutto. “Unto” ha valore anche di grasso, ricco, pieno di sostanze, di soldi.

Chi sta in politica deve saper sedere su due sedie. Deve tenersi presente nelle due parti contrapposte in modo da entrare in quella che prevale.

Per far strada in politica tutte le scarpe vanno bene. Non bisogna far distinzione tra la destra e la sinistra, ma infilare quella che porta più lontano, che fa più comodo. Destra e sinistra sono le due parti nelle quali si divide il mondo politico moderno.

Buon politico, tristo cristiano. Chi è abile nella politica non può essere un uomo onesto. Il mondo della politica costringe a sporcarsi le mani a chi lo pratica.

Chi fa politica deve avere i piedi tondi. Per poter usare tutte le scarpe, destra e sinistra, indifferentemente.

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