9 settembre '43: la liberazione di Bari partì dalla Caserma Italia
NICOLA ZUCCARO - Bari 9 settembre 1943. Nel mattino successivo all'8 settembre (data in cui venne reso noto l'armistizio firmato il 3 settembre a Cassibile tra l'Italia e gli alleati angloamericani) giungono circa 300 guastatori tedeschi con l'intento di distruggere il porto e i mezzi di comunicazione presenti in città. Il Generale Nicola Bellomo, in qualità di comandante del Presidio Militare di Bari dal 1941, informato del loro arrivo, non esitò a raggruppare i nuclei militari operativi nel capoluogo pugliese.
Fra questi, oltre a 15 finanzieri, 5 marinai con un solo ufficiale e ai genieri del Nono Reggimento comandato dal sottotenente Michele Chicchi furono cooptati anche un centinaio di ex "camicie nere" della disciolta Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazione di derivazione fascista. Orfana di un Comando locale per la conseguente caduta del Fascismo avvenuta il 25 luglio 1943, i militi della stessa restarono ugualmente di stanza presso la Caserma Italia, ubicata in Corso Vittorio Veneto.
Da essa, in quella travagliata e drammatica giornata di 79 anni fa, il Generale Bellomo organizzò la controffensiva italiana in risposta agli attacchi tedeschi ordinati dal Generale tedesco Sikenius. L'installazione militare precedentemente menzionata fu realizzata fra il 1933 e il 1937 dall'Architetto Saverio Dioguardi ed è attualmente sede del Comando della Brigata Pinerolo dell'Esercito italiano.
Fra questi, oltre a 15 finanzieri, 5 marinai con un solo ufficiale e ai genieri del Nono Reggimento comandato dal sottotenente Michele Chicchi furono cooptati anche un centinaio di ex "camicie nere" della disciolta Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazione di derivazione fascista. Orfana di un Comando locale per la conseguente caduta del Fascismo avvenuta il 25 luglio 1943, i militi della stessa restarono ugualmente di stanza presso la Caserma Italia, ubicata in Corso Vittorio Veneto.
Da essa, in quella travagliata e drammatica giornata di 79 anni fa, il Generale Bellomo organizzò la controffensiva italiana in risposta agli attacchi tedeschi ordinati dal Generale tedesco Sikenius. L'installazione militare precedentemente menzionata fu realizzata fra il 1933 e il 1937 dall'Architetto Saverio Dioguardi ed è attualmente sede del Comando della Brigata Pinerolo dell'Esercito italiano.
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