ANDRIA (BT) - I carabinieri della Compagnia di Andria hanno dato esecuzione al
decreto di applicazione della misura della confisca di beni nei confronti di un 51enne, attualmente ristretto presso
quella casa circondariale di Foggia, decreto di confisca divenuto definitivo il 31 agosto 2022 con
sentenza emessa dalla Corte di Cassazione pronunciatasi su appello proposto dal
prevenuto.
Le indagini patrimoniali hanno avuto inizio su delega della Procura della Repubblica di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia, a seguito della condanna del prevenuto in via definitiva alla pena di anni venti di reclusione per i reati di rapina aggravata, ricettazione, detenzione e porto di armi da guerra e tentato omicidio, in relazione all’assalto di due furgoni portavalori, avvenuto nel 2013 in Lombardia e alla condanna in via definitiva alla pena di anni sette di reclusione per i reati di associazione per delinquere finalizzata alle rapine con sequestro di persona commesse nei confronti di autotrasportatori (tra i mesi di settembre e novembre 2012), alla detenzione illecita di armi e munizioni.
Le indagini patrimoniali hanno avuto inizio su delega della Procura della Repubblica di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia, a seguito della condanna del prevenuto in via definitiva alla pena di anni venti di reclusione per i reati di rapina aggravata, ricettazione, detenzione e porto di armi da guerra e tentato omicidio, in relazione all’assalto di due furgoni portavalori, avvenuto nel 2013 in Lombardia e alla condanna in via definitiva alla pena di anni sette di reclusione per i reati di associazione per delinquere finalizzata alle rapine con sequestro di persona commesse nei confronti di autotrasportatori (tra i mesi di settembre e novembre 2012), alla detenzione illecita di armi e munizioni.
I successivi accertamenti patrimoniali, avviati dai Carabinieri di Andria, coordinati dalla
Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, in ottemperanza alle indicazioni
fornite dalla normativa antimafia di cui al d.lgs. n. 159 del 2011, hanno evidenziato come
l’uomo abbia nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alle
proprie reali possibilità economico-finanziarie e capacità reddituali, nonostante i modesti
redditi dichiarati risultati al limite della soglia di sopravvivenza, facendo ritenere che le
stesse fossero il frutto di attività illecite.
Il nucleo familiare del proposto infatti, a fronte di
una esigua capacità reddituale calcolata nel ventennio successivo alla data di matrimonio,
ha accumulato un patrimonio considerato assolutamente sproporzionato rispetto agli
stessi redditi.
Il provvedimento interessa la confisca a titolo definitivo, così come da pronuncia della Corte di Cassazione, di una villa di lusso (di cui, sin dal provvedimento genetico, era stata vietata la facoltà d’uso), completa di arredi, impianti tecnologici e suppellettili di pregio, tre appezzamenti di terreno, una autovettura ed un motociclo, del valore complessivo stimato di circa un milione e 500 mila euro.
Il provvedimento interessa la confisca a titolo definitivo, così come da pronuncia della Corte di Cassazione, di una villa di lusso (di cui, sin dal provvedimento genetico, era stata vietata la facoltà d’uso), completa di arredi, impianti tecnologici e suppellettili di pregio, tre appezzamenti di terreno, una autovettura ed un motociclo, del valore complessivo stimato di circa un milione e 500 mila euro.