Russia, in fuga dalla mobilitazione parziale

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MOSCA - Nel discorso alla nazione di qualche giorno fa, Putin ha annunciato la mobilitazione parziale che riguarderà nell’immediato trecentomila riservisti. Si tratta di cittadini russi, dotati di esperienza in materia militare, che hanno già prestato servizio nelle forze armate e che saranno impiegati nelle repubbliche autoproclamate di Donetsk e di Lugansk. La Duma, ossia la camera bassa del Parlamento russo, prevede pene sino a dieci anni di reclusione per chi si rifiuta di partire al fronte. Putin è sempre più criticato e la sua decisione è il riflesso delle difficoltà riscontrate sul campo di battaglia, dopo le recenti controffensive ucraine.

In Russia è in vigore la leva militare obbligatoria e la mobilitazione riguarda una vasta fetta della società. Ne è esente una ristretta fascia di individui: si tratta di appartenenti all’industria bellica e a quella dell’informazione. Il resto dei cittadini, tra cui anche diversi ‘intoccabili’ della capitale, attende con ansia una possibile chiamata alle armi. In diverse aree della Russia si sono accesi focolai di protesta alimentati soprattutto da Vesna, il movimento democratico giovanile, ma sono stati repressi dalle autorità che hanno effettuato millequattrocento arresti in trentotto città.

In molti hanno già abbandonato il paese e altri stanno tentando di seguire le loro orme. I voliche conducono all’estero sono terminati in un attimo e, su diverse piattaforme di social network, alcuni video stanno documentando l’esodo dei cittadini russi verso stati adiacenticome il Kazakistan e la Finlandia. Alla frontiera con la Georgia si registra una coda di dieci chilometri, in cui i rifugiati dovranno pazientare per almeno venti ore. Lettonia, Lituania ed Estonia hanno dichiarato di non voler concedere asilo per motivi di sicurezza ma il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha invitato ad accogliere chiunque stia fuggendo dal reclutamento.

Si stima che i russi in fuga siano oltre settantamila e il canale Telegram che fornisce notizie in tempo reale sulle attese ai confini sfiora i centomila iscritti. Un passaggio oltre la frontiera, che la scorsa settimana si aggirava sui cinquemila rubli, quest’oggi costa tre o quattro volte tanto. Il timore di essere arruolati spinge a lasciare la Russia anche in monopattino o in bicicletta, dato che l’unico modo in cui non si può oltrepassare il confine è a piedi. La situazione è talmente disperata che alcuni hanno addirittura chiesto su internet come rompersi un braccio o una gamba. (Antonio Bottalico)

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