Barletta, era il 21 novembre del 1941 e il sergente barlettano Ruggiero Stella cadeva eroicamente nella Battaglia di Culquaber

NICOLA RICCHITELLI – Nella giornata del 21 novembre ricorrono le celebrazioni della Vigor Fidelis - Celeste patrona dell’arma dei Carabinieri – e quindi il ricordo della battaglia di Culquaber – attuale Gondar in Africa orientale –che vide l’estrema resistenza del 1° Gruppo Carabinieri Mobilitato e che costò la vita tra l’altro al concittadino barlettano, il Sergente Ruggiero Stella.

Anche lui come gli illustri Fernando Chieffi, Renato Coletta, Francesco Rizzitelli, Francesco Conteduca, Carli Giuseppe e Ruggiero Vitrani ha onorato la città di Barletta con una Medaglia d’oro all’onor militare per i fatti accaduti nel lontano 1941 in terra africana.

La sua memoria onorata con la caserma militare di Barletta lui intitolata, a 81 anni dalla sua morte, la famiglia Stella ricorda con orgoglio le gesta dell’illustre parente e concittadino facendo dono alla memoria collettiva del ricordi che videro il Sergente Maggiore Stella impegnato nelle manovre di resistenza nel caposaldo gondarino.

«Quando il genio non lavora combatte», fu questa forse l’ultima frase del Sergente Maggiore Stella Ruggiero la mattina del 21 Novembre 1941 a Culquaber (Gondar) durante la guerra del 1940-1945, di sicuro il ricordo più prezioso per la sua famiglia che in occasione del 81° anniversario ne ricordano con fierezza il suo coraggio.

Il sergente maggiore Ruggiero Stella nato a Barletta nel 1914, viene successivamente avviato alla carriera militare nel lontano 1935 per adempiere al servizio di leva. Nell'anno successivo viene promosso sergente e quindi trattenuto alle armi, fu inviato in Eritrea nel settembre del 1937. Viene nominato sergente maggiore nel 1938, e trasferito quindi nel 1939 nel Deposito Territoriale di Gondar.

Dotato di spiccata capacità tecnica, di esemplare coraggio, e di indomita e completa dedizione al dovere, dopo aver assolto i propri compiti di geniere in circostanze difficili e rischiose – specie nella posa di campi minati sotto la diretta azione a fuoco dell’avversario – non potendo esplicare più i suoi compiti specifici per la situazione in cui si trovava il caposaldo gondarino di Culquaber, insistentemente chiedeva di essere impiegato quale combattente asserendo: «Quando il genio non lavora combatte» e sostituiva un sottufficiale dei carabinieri valorosamente caduto. Accerchiato successivamente dalle forze nemiche cercava di resistervi, nonostante fosse stato ferito alla spalla da un colpo di baionetta. Trafitto da una raffica di colpi successivamente cadeva dopo aver condotto l’attacco contro le forze nemiche all’età di 27 anni.

Si faceva sopra riferimento alle celebrazioni delle ricorrenze della Vigor Fidelis titolo che esprime in tutto il significato della vita di Maria e della Sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidataLe da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella chiesa.

Nell'Arma il culto alla "Virgo Fidelis" iniziò subito dopo l'ultimo conflitto mondiale per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d'Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo. La scelta della Madonna "Virgo Fidelis", come celeste Patrona dell'Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell'Arma dei Carabinieri che ha per motto: "Nei secoli fedele". L'8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l'istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria "Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri", fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.

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