Ciao Camillo, uomo della terra


FRANCESCO GRECO
- La terra per lui non aveva segreti: ne era un figlio degnissimo e riconoscente, essendo nato in una famiglia di contadini. Che gli aveva permesso di studiare con mille sacrifici: prima al magistrale “Pietro Siciliani” (Lecce) e poi laurearsi in Lettere e Filosofia. Storie dell’altro secolo.

E per tutta la vita Camillo Macrì da Taviano, di terra si era occupato. Militante del Pci quando la sinistra era sinistra, è stato un combattente e difensore dei diritti dei lavoratori della terra e più in generale di chi ne vanta pochi per classe.

Quando c’era qualcosa che riguardava l’agricoltura, un nuovo progetto, una protesta, qualcosa che bolliva nel ventre oscuro di Terra d’Otranto, arrivava in quelle sezioni del Pci anguste e spoglie con le opere di Guttuso alle pareti e i contadini con le mani callose e la faccia scura di sole e offriva le sue soluzioni. Era un esperto di cooperazione, quella sana, non sudicia da inchieste giudiziarie.

Era bello sentirlo parlare, avrebbe convinto chiunque. Aveva l’eloquio essenziale della gente che lavora la terra e da lei trae sostentamento, vita, progresso.

In un giorno di aprile che pare quasi estate, se n’è andato un uomo serio e sincero, modesto e schivo, prezioso. Fu anche amministratore comunale nella città dei fiori a due passi da Gallipoli e regionale quando i voti dovevi conquistarteli uno per uno guardando negli occhi la persona a cui lo chiedevi.

Camillo militò nel Pci, fu sempre comunista, oggi che tanti si vergognano di esserlo stati.

In un tenero e struggente post su Facebook, l’ex sindaco della città Francesco Longo lo definisce “sodale di ideali etici e civili... Persona leale e integerrima, dal carattere forte e netto, con cui i discorsi e le opinioni correvano sempre più intensi e acuti in ogni incontro, in ogni telefonata, in ogni messaggio sui social”.

E commosso conclude: “Lo ricordo sui gradini del mio Liceo a Casarano, partecipava sino a notte fonda, con una coperta a tutela del freddo, ai moti studenteschi del 68 in Salento”.

Ciao Camillo, che la tua terra generosa ti accolga con un caldo abbraccio. Lo stesso che vorremmo per noi, che condividiamo lo stesso sentimento di amore e riconoscenza.

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