Foggia, la Dia sequestra beni per 1,5 mln
BARI - La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha portato a termine un'importante operazione di sequestro beni per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Bari – Sezione III, in funzione di Tribunale della Prevenzione, e rappresenta il terzo intervento eseguito in poco più di un anno e mezzo nei confronti di un noto pluripregiudicato della provincia di Foggia, ritenuto esponente di spicco della criminalità organizzata locale.
Le indagini e i beni sequestrati
Le indagini condotte dalla DIA, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno messo in luce un quadro preoccupante. Il destinatario del provvedimento, considerato socialmente pericoloso e con condanne per reati contro il patrimonio, avrebbe continuato a occultare i proventi illeciti attraverso investimenti strategici, risultando titolare di beni di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Tra i beni sequestrati nell'ultimo intervento figurano una società, un’imbarcazione di 12,5 metri, diverse autovetture di lusso e disponibilità finanziarie, anche su conti esteri. Sebbene formalmente intestati a prestanome, tali beni sono stati ricondotti al pluripregiudicato grazie a un attento lavoro investigativo.
Un sistema consolidato di dissimulazione
Il caso evidenzia un modello ormai radicato nella criminalità organizzata: l’utilizzo di società intestate a terzi per investire in beni di lusso, che vengono poi rapidamente trasferiti ad altre persone fisiche o giuridiche, nel tentativo di eludere le azioni delle Forze dell’Ordine. Questo metodo permette di celare la provenienza illecita delle risorse, rendendo più difficile il recupero da parte dello Stato.
Risultati dell’operazione
Con questo terzo sequestro, il valore complessivo dei beni sottratti al pluripregiudicato raggiunge quota 13 milioni di euro, un risultato significativo nell'ambito delle attività istituzionali volte a colpire le ricchezze illecite riconducibili ai contesti criminali. L’obiettivo di tali operazioni è duplice: non solo aggredire il patrimonio accumulato attraverso attività delittuose, ma anche tutelare il tessuto economico sano del Paese, spesso messo in difficoltà dalla concorrenza sleale derivante da queste infiltrazioni illecite.