"La culla è stata una trappola mortale": Bari piange il piccolo Angelo

BARI - Si sono tenute questa mattina alle 9 le esequie del neonato morto nella culla termica a Bari, un dramma che ha scosso profondamente la comunità cittadina. La celebrazione, interamente sostenuta dal Comune su iniziativa del sindaco Vito Leccese, ha visto la partecipazione del primo cittadino e di numerosi cittadini colpiti da questa tragica vicenda.

L’appello dell’arcivescovo

Durante l’omelia, l’arcivescovo monsignor Giuseppe Satriano ha invitato a una riflessione profonda sulla sicurezza dei dispositivi progettati per salvare vite:
“Forse a livello nazionale si dovrebbe prendere un impegno per una maggiore attenzione affinché questi servizi, che sono un’opportunità di vita, possano diventare oggettivamente sicuri”, ha affermato.

Monsignor Satriano ha anche sottolineato l’importanza di mantenere un atteggiamento di discrezione e delicatezza:
“Dobbiamo lasciare che la magistratura svolga il proprio lavoro, non per condannare qualcuno, ma per migliorare la vita. Spesso eventi come questi diventano occasione di polemiche, invece dovrebbero portarci a riflettere e a costruire un futuro migliore.”

Un nome per il neonato

L’arcivescovo ha poi parlato del significato simbolico del piccolo, un bambino senza nome che ora rappresenta tutti i minori scomparsi in condizioni drammatiche. Tuttavia, è stato il sindaco di Bari, a margine della cerimonia, a ufficializzare il nome del neonato: Angelo.
“Riprendendo le parole dell’arcivescovo, abbiamo deciso di chiamarlo Angelo, un piccolo fratello che ha toccato profondamente le nostre vite”, ha dichiarato Leccese.

Un appello al cambiamento

Il sindaco ha espresso il dolore della comunità, trasformandolo in un appello per un futuro più attento ai più fragili:
“Ciò che è accaduto rappresenta una tragedia che ha ferito profondamente la nostra comunità. Auspico che questo dramma susciti in noi maggiore attenzione e cura verso la vita quando è più indifesa, offrendo sostegno concreto a chi vive ai margini.”

Una comunità in lutto

Le parole dell’arcivescovo e del sindaco riecheggiano il dolore di una comunità unita nel cordoglio, ma anche nella volontà di trasformare questa tragedia in un’occasione di riflessione e cambiamento.
Il piccolo Angelo, seppur per un breve momento, ha illuminato il bisogno di proteggere e accogliere la vita nei suoi momenti più vulnerabili.