Manifestazione sindacale a Bari: lavoratori in protesta per la tutela dei diritti

BARI - Si è svolta oggi a Bari una manifestazione organizzata dall’Unione Sindacale di Base (USB) con la partecipazione di altre organizzazioni sindacali. La protesta si è articolata in due momenti distinti, entrambi volti a denunciare il rischio di peggioramento delle condizioni contrattuali per migliaia di lavoratori.

Il primo presidio si è tenuto davanti alla sede dell’Enel in via Angiulli, per richiamare l'azienda alle proprie responsabilità riguardo alla situazione della Network Contact. Quest'ultima, secondo i sindacati, starebbe valutando l'abbandono del Contratto Collettivo Nazionale delle Telecomunicazioni per adottarne un altro meno favorevole ai lavoratori e non riconosciuto dalle principali sigle sindacali. Tale scelta consentirebbe all'azienda di incrementare i profitti a discapito delle tutele salariali e occupazionali del personale.

Successivamente, intorno alle 11:00, il corteo si è spostato in Piazza Libertà, davanti alla Prefettura di Bari. Dopo circa un'ora, una delegazione sindacale è stata ricevuta per esporre le proprie istanze. È stato sottolineato come la vertenza coinvolga circa 500 dipendenti a Taranto e oltre 5.000 in tutta la Puglia.

Le richieste dei sindacati

Durante l'incontro in Prefettura, i rappresentanti sindacali hanno ribadito la necessità di mantenere in vigore il contratto collettivo nazionale leader del settore, evitando passi indietro nelle garanzie per i lavoratori. Si è richiesto inoltre un intervento deciso del Governo per regolamentare il dumping contrattuale e la competizione al ribasso negli appalti pubblici.

I sindacati hanno consegnato documenti riepilogativi della vertenza e sollecitato un confronto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L'obiettivo è ottenere misure concrete per contrastare il fenomeno dei contratti meno tutelanti.

Le conseguenze del nuovo contratto

Secondo i sindacati, il nuovo contratto comporterebbe una riduzione del costo del lavoro del 15%, con pesanti ricadute per i dipendenti, tra cui:

  • Riduzione delle ore di permesso di circa il 50%.

  • Progressivo mancato riconoscimento della malattia nei primi tre giorni di assenza.

  • Introduzione del controllo a distanza individuale.

  • Eliminazione della clausola sociale nei cambi di appalto, con conseguente rischio di perdita di posti di lavoro.

  • Concessione della rappresentanza sindacale esclusivamente alle organizzazioni firmatarie del nuovo contratto, indipendentemente dalla reale rappresentanza tra i lavoratori.

I sindacati denunciano che queste modifiche comporterebbero un peggioramento delle condizioni lavorative, con una maggiore precarietà e minori tutele per i dipendenti. Per questo motivo, la mobilitazione proseguirà fino a quando non verranno garantite condizioni contrattuali eque per tutti i lavoratori del settore.