Bari sotto i riflettori del New York Times: da scalo dimenticato a nuova perla turistica, tra opportunità e sfide
BARI - Un tempo considerata poco più di una tappa di passaggio verso le spiagge del Salento o un punto di imbarco per la Grecia, oggi Bari si ritrova protagonista di un ampio reportage del New York Times, che ne racconta la trasformazione da città “sonnolenta” a meta turistica emergente. L’articolo, firmato dalla giornalista Patricia Mazzei, sottolinea la rapida evoluzione del capoluogo pugliese, evidenziandone i successi ma anche le ombre legate a un turismo in forte crescita.
I voli diretti con New York e l’ambizione di Vasile
A innescare il cambiamento è stata la visione di Antonio Maria Vasile, responsabile degli aeroporti pugliesi, che ha puntato su un’ambiziosa strategia: convincere le compagnie aeree statunitensi a scommettere su Bari invece che su Napoli o la Sicilia. «Non vogliamo essere relegati al Sud», ha detto, sfidando gli stereotipi che spesso penalizzano il Mezzogiorno.
I suoi sforzi hanno dato i primi frutti alla fine del 2023, con l’annuncio della nuova rotta Bari – New York JFK operata da Neos, in partenza a giugno. Si tratta del primo volo diretto tra Puglia e Stati Uniti, operativo una volta a settimana fino a ottobre: un collegamento simbolico e strategico che rappresenta un nuovo ponte tra le due sponde dell’Atlantico e che mira a valorizzare l’intera regione, dagli agriturismi dell’entroterra ai borghi marinari.
Una città rinata
Il New York Times racconta una Bari cambiata, che ha riscoperto sé stessa e la propria bellezza: il centro storico un tempo evitato, ora pullula di vita e turismo; il lungomare, uno dei più lunghi d’Europa con i suoi 15 km, è tornato ad essere un simbolo di orgoglio cittadino; la tomba di San Nicola, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo ortodosso, è al centro di nuovi flussi turistici.
«Più turisti arrivano, più ci sentiamo importanti – ha commentato il sindaco Vito Leccese –. Significa che la nostra città è amata». Una popolarità in parte alimentata anche dal crescente interesse delle star internazionali per la regione, che vanta tra i suoi visitatori abituali Madonna, Helen Mirren e Meryl Streep, e che ha ospitato il vertice del G7 a Borgo Egnazia.
I costi del successo: affitti alle stelle e giovani in fuga
Ma la crescita turistica porta con sé anche nuove sfide. L’aumento degli affitti nel centro storico ha costretto studenti e anziani a spostarsi altrove, mentre molti appartamenti vengono convertiti in affitti brevi. Un fenomeno che rischia di alterare il tessuto sociale della città.
A sollevare il problema sono proprio i giovani, che le istituzioni sperano di trattenere per contrastare la “fuga di cervelli”. «Bari è vista come una meta di passaggio e poi di partenza – ha osservato Mery Coppolecchia, 22 anni, studentessa di scienze politiche –. Se non ci restano laureati e studenti, chi ci resta?».
Anche Gabriele Tedesco, 21 anni, studente di giurisprudenza, condivide i dubbi: «Il turismo non è qualcosa di stabile. Molti lavori del settore sono stagionali o sottopagati, e non possono sostenere, nemmeno a lungo termine, l’economia di una città».
Tra sogni e responsabilità
Il reportage del New York Times offre una fotografia in chiaroscuro di una città e di una regione in piena evoluzione. Bari sogna in grande, ma la sfida sarà ora quella di gestire in modo sostenibile il suo successo, senza perdere l’identità che l’ha resa speciale.
In bilico tra orgoglio ritrovato e rischio di snaturamento, il capoluogo pugliese si trova a un bivio decisivo: trasformarsi in modello di sviluppo equilibrato o cadere vittima della sua stessa popolarità.