Casa delle Culture di Bari: varco di accoglienza, dialogo e servizi per i migranti
Ieri la presentazione della relazione annuale alla presenza dell’assessora Elisabetta Vaccarella
I beneficiari che hanno usufruito dell’accoglienza residenziale temporanea nel corso dell’anno 2024 a “Casa delle Culture” di Bari sono stati 59. I posti dedicati all’accoglienza sono stati occupati per gran parte da migranti provenienti da Paesi Africani (58%). I Paesi più rappresentati sono l’Egitto e l’Afghanistan, seguono Iraq, Somalia e Sudan. Un dato riconducibile alle crisi politiche e sociali in tali aree geografiche. Poco meno della metà dei beneficiari risultano richiedenti asilo (il 47%) a fronte di una maggioranza di beneficiari titolari di permesso di soggiorno (il 53%). Dieci delle persone dimesse dalla struttura hanno avuto un progresso progettuale che li ha portati a stabilizzarsi presso un’abitazione privata grazie anche ad un impiego lavorativo. Sono solo alcuni dei dati più significati contenuti nella tradizionale relazionale annuale delle attività del Centro Polifunzionale “Casa delle Culture di Bari”, finanziato con fondi PN Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027 dall’assessorato alla Giustizia e al Benessere Sociale ed ai Diritti Civili del Comune di Bari e gestito da Medtraining in ati con la cooperativa San Giovanni di Dio, sito a Bari in via Barisano da Trani (Quartiere San Paolo).
Il report illustrato ieri mattina negli spazi della struttura racconta, attraverso la fotografia dei dati, il lavoro significativo portato avanti anche grazie all’impegno dell’equipe multidisciplinare composta da circa venti unità, tra operatori, cuochi, aiuti cuochi, orientatori legali e al lavoro. Numeri che però raccontano di storie, volti e umanità diverse che grazie alle molteplici attività svolte (eventi, laboratori, passeggiate, corsi di alfabetizzazione) si sono incontrate, costruito relazioni, iniziato processi di inclusione sociale, lavorativa e culturale, anche con il contribuito di tutte le realtà che hanno trovati negli spazi della struttura un luogo in cui poter condividere le loro proposte. «Al centro del progetto c’è l’individuo, intorno al quale abbiamo costruito vari servizi. Servizi che non riguardano solo la presa in carico, ma vanno oltre, ascoltano la persona, provano a dare una risposta ai sogni di chi per motivi diversi viene nel nostro Paese per trovare un futuro migliore o per usare tutte le competenze acquisite e tornare a casa sua – ha detto Elisabetta Vaccarella, assessora alla Giustizia e al Benessere sociale e ai Diritti civili del Comune di Bari - . Ė un luogo in cui proviamo a dare un’opportunità, un esempio virtuoso di come le istituzioni debbano collaborare con le realtà del terzo settore, in particolare in ambiti come quello del sociale».
Al momento “Casa delle Culture” di Bari offre 25 posti per l’accoglienza, mentre altri 13 sono riservati al progetto “Stazione di posta”, un centro di accoglienza multifunzionale per la promozione dell’inclusione sociale rivolto in particolare a persone senza dimora; tutti interventi realizzati in stretta sinergia con i Servizi Sociali comunali. Tra i dati più interessanti illustrati da Annarita Amoruso, coordinatrice del centro, anche quelli forniti dallo Sportello di orientamento legale di cui hanno usufruito 264 utenti per ricevere aiuto su aspetti pratici, giuridici e normativi. Lo Sportello orientamento al lavoro, invece, ha incontrato 136 utenti. Di qui, l’importanza del corso di alfabetizzazione italiana dedicato ai cittadini migranti per l’apprendimento della lingua, che diventa strumento prezioso ed indispensabile per l’accesso nel mondo occupazionale e formativo. Presente anche lo Sportello ucraini, la mensa etnica, l’attività di mediazione e tanto altro ancora, tutto finalizzato al raggiungimento dell’autonomia degli ospiti.
«Quella di Casa delle Culture è un’idea di servizio innovativa e complessa, ma soprattutto innovativa. Ė importante che si pensino e si sostengano luoghi come questo che sono come dei varchi, delle aperture, in un momento storico in cui si costruiscono muri – ha evidenziato Carmine Spagnuolo, presidente della cooperativa sociale Medtraining - . I tre aspetti fondamentali che animano questi spazi sono: accoglienza, servizi, dialogo interculturale. Perché questo è un luogo di arricchimento per tutti, per la comunità, per chi è accolto e per tutti quelli che lo frequentano attraverso attività, laboratori, eventi, corsi». Tra gli interventi della mattinata, anche quelli di Antonella Bacchi, responsabile PoEQ Sportello Sociale; Caterina Sabatelli, responsabile PoEQ Attuazione Politiche sociali, Povertà e Immigrazioni; Marianna Colosimo, del Centro per l’Apprendimento permanente dell’Università di Bari; Azmi Jawali, Cgil Puglia.
Casa delle Culture rappresenta un presidio per accogliere, orientare, integrare, sostenere ed educare al dialogo, alla solidarietà, alla reciprocità. Un luogo in cui cittadini italiani e migranti, adulti e minori, possono incontrarsi e condividere insieme esperienze significative e storie di vita per costruire ponti culturali, solidali, inclusivi. Attraverso laboratori, iniziative, attività, presentazioni, spettacoli, mostre, Casa delle Culture vuole essere punto d’incontro tra la realtà migrante e la cittadinanza. Tra i numerosi interventi avviati, offre servizi di Accoglienza residenziale temporanea, lo Sportello per l’integrazione socio culturale e sanitaria degli immigrati, lo Sportello di orientamento al lavoro e di orientamento legale, lo sportello socio assistenziale dedicato ai migranti ucraini.
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