“Dobbiamo pretendere dignità”: la voce degli operai al Primo Maggio Libero e Pensante di Taranto

TARANTO – “Le cose le dobbiamo pretendere, dobbiamo pretendere di avere un lavoro dignitoso e una vita dignitosa. L’unica cosa che ci è rimasta è la dignità e quella non ce la possono togliere: ci devono ammazzare per togliercela”. Con queste parole Raffaele Cataldi, operaio dell’Ilva in amministrazione straordinaria e autore del libro Malesangue, è intervenuto dal palco del Concertone del Primo Maggio Libero e Pensante, tenutosi oggi a Taranto.

Un discorso acceso e commosso, il suo, in cui ha denunciato le logiche di potere e sottomissione che ancora oggi segnano il mondo del lavoro. “Per loro, per chi comanda, noi dobbiamo fare silenzio, dobbiamo obbedire al padrone”, ha affermato Cataldi, ricordando anche un episodio avvenuto durante la presentazione del suo libro, a cui aveva partecipato anche il commissario di Adi in As, Davide Tabarelli.

Insieme a lui sul palco anche un portavoce del Collettivo di Fabbrica ex-GKN di Campi Bisenzio, che ha sottolineato l’importanza delle alleanze nelle lotte dei lavoratori, e Giulio Carella, direttore della casa editrice Alegre, che ha pubblicato il libro di Cataldi.

Lo striscione esibito sul palco, “Mai più con il cappello in mano”, è diventato simbolo della giornata, accompagnato dallo slogan scandito a gran voce dal pubblico: “Taranto Libera”. Un grido collettivo per il lavoro, la dignità e la giustizia sociale.