Primo Maggio 2025, sicurezza sul lavoro al centro. Landini: "Pronti alla mobilitazione". Scontro tra Meloni e opposizioni sui salari
ROMA – È stato un Primo Maggio dedicato alla sicurezza sul lavoro quello celebrato oggi con manifestazioni unitarie in tre luoghi simbolici del Paese, teatro di gravi tragedie negli ultimi anni. A guidare i cortei, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, che hanno lanciato un appello corale per una svolta concreta sulle condizioni lavorative in Italia.
A Roma, il leader della Cgil Maurizio Landini ha preso parte al corteo nazionale e ha lanciato un chiaro messaggio al governo: “Serve affrontare i problemi. Se non otterremo risposte, siamo pronti alla mobilitazione. La sicurezza non può essere un optional”.
A Casteldaccia (Palermo), dove nel 2023 persero la vita cinque operai in una vasca di sollevamento, è intervenuta la leader della Cisl Daniela Fumarola: “Abbiamo proposto e continuiamo a proporre un patto per il futuro. Solo così potremo rimettere in cammino l’Italia verso una nuova prospettiva fatta di lavoro sicuro e dignitoso”.
A Montemurlo (Prato), la Uil ha ricordato Luana D’Orazio, la giovane operaia morta a 22 anni in un incidente sul lavoro. “Non possiamo accettare che tutto questo accada in un Paese civile”, ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale del sindacato.
Manifestazioni anche a Milano, dove sono scesi in piazza i sindacati di base, mentre a Roma si è tenuto come da tradizione il Concertone di Piazza San Giovanni. Musica e impegno anche a Taranto con l’Uno Maggio Libero e Pensante.
Nel giorno della Festa dei Lavoratori, si accende anche lo scontro politico. La premier Giorgia Meloni ha rivendicato i risultati del governo sui salari: “I salari reali crescono, in controtendenza rispetto al passato”. Ha inoltre annunciato ulteriori 650 milioni per la sicurezza sul lavoro, che si aggiungono ai 600 milioni già stanziati, per un totale di oltre 1,2 miliardi.
Durissima la replica delle opposizioni. Per la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, Meloni “mente raccontando un Paese che non esiste”, mentre i lavoratori continuano a fare i conti con salari insufficienti, precarietà e rischi quotidiani.
Un Primo Maggio di denuncia, memoria e battaglie ancora aperte.