Putignano: rimossa bandiera palestinese durante il Giro d’Italia. È polemica
PUTIGNANO – Sta sollevando un’ondata di indignazione quanto avvenuto a Putignano durante il passaggio del Giro d’Italia. Secondo i Giovani Democratici di Puglia un cittadino sarebbe stato costretto dalla Polizia di Stato a rimuovere dal balcone della propria abitazione una bandiera della Palestina. Un gesto che, secondo le prime ricostruzioni, non aveva intenti provocatori, ma rappresentava un’espressione pacifica di solidarietà verso il popolo palestinese, colpito da mesi di guerra e sofferenze.
La rimozione della bandiera, avvenuta su presunta richiesta delle autorità per motivi di "ordine pubblico" e "opportunità televisiva", ha suscitato dure critiche da parte di cittadini, attivisti e associazioni, che denunciano un atto di censura inaccettabile in uno Stato democratico. Nessuna normativa vieta infatti l’esposizione di simboli da un’abitazione privata, a maggior ragione se non incitano all’odio o alla violenza.
La reazione del sindaco Vinella
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Putignano, Michele Vinella, con una dichiarazione ufficiale:
“Putignano è e deve rimanere una città libera, un luogo in cui poter esprimere il proprio pensiero e la propria opinione, nel pieno rispetto dell’art. 21 della nostra Costituzione. Quanto accaduto non può lasciarci indifferenti, soprattutto alla luce della drammatica situazione in Palestina.”
Il primo cittadino ha voluto anche sottolineare la storica correttezza dei rapporti con le forze dell’ordine, pur esprimendo dispiacere per l’episodio:
“In un giorno particolarmente complesso per la sicurezza, non è mai stata intenzione della Polizia interferire con la libertà d’espressione. Putignano continuerà a essere una città aperta al dialogo, anche su temi sensibili come il conflitto israelo-palestinese.”
Libertà di espressione sotto esame
La rimozione della bandiera ha scatenato il dibattito su cosa possa o meno essere considerato “opportuno” in uno spazio pubblico durante eventi di risonanza internazionale. Ma per molti si tratta di una censura preventiva che viola diritti fondamentali.
Cittadini e attivisti annunciano iniziative simboliche per ribadire il diritto alla libertà d’espressione e alla solidarietà internazionale: “Continueremo a esporre quella bandiera – affermano – finché non cesseranno le bombe e non tornerà la giustizia.”
In un Paese democratico, il rispetto delle opinioni pacifiche, anche quando scomode, resta una pietra angolare della convivenza civile. Quanto accaduto a Putignano rappresenta un caso emblematico su cui è necessario fare piena luce.