Crisi idrica nel Tarantino, la CIA Due Mari accusa la politica: “Basta propaganda sull’acqua”
TARANTO – La crisi idrica che da mesi colpisce il territorio tarantino diventa terreno di scontro tra il mondo agricolo e la politica. A intervenire con toni decisi è la CIA – Agricoltori Italiani Area Due Mari Taranto-Brindisi, che denuncia l’uso strumentale dell’emergenza da parte dei rappresentanti istituzionali, accusati di trasformare la gestione dell’acqua in un tema da campagna elettorale.
“La gestione dell’acqua non può diventare argomento di propaganda in vista delle elezioni regionali”, afferma la nota ufficiale diffusa dall’organizzazione agricola. Sotto accusa le cosiddette “passerelle politiche”, con sopralluoghi improvvisati e dichiarazioni pubbliche che, secondo la CIA, distorcono la realtà dei fatti e minimizzano il lavoro svolto finora da chi è impegnato sul campo.
La CIA rivendica un impegno costante e concreto: “Abbiamo operato in silenzio, senza clamore mediatico, ma con azioni vere: sopralluoghi, monitoraggi, segnalazioni di criticità, e proposte operative agli enti competenti. Purtroppo, troppo spesso abbiamo trovato solo indifferenza”.
Tra gli interventi che l’associazione considera decisivi, si segnalano la pulizia dei canali irrigui, la manutenzione agli impianti e le ispezioni tecniche che hanno permesso il recupero di risorse idriche fondamentali per affrontare l’emergenza. La CIA riconosce il merito anche ad alcune figure istituzionali che hanno agito in sinergia con il territorio, come l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, il commissario del Consorzio Unico di Bonifica Francesco Ferraro, il dirigente Arif Giorgio Bucci e il presidente di Acque del Sud Luigi Decollanz.
Ma il quadro resta complesso. La diga di Monte Cotugno registra un deficit idrico di oltre 31 milioni di metri cubi rispetto allo stesso periodo del 2024. Al contrario, la diga di San Giuliano ha visto un incremento delle riserve, ma le risorse restano bloccate per lavori ancora in corso. Una situazione definita “paradossale” dalla CIA, che chiede a gran voce l’istituzione di un coordinamento unico per la gestione idrica dell’intero versante occidentale della provincia.
“Non bastano giacche e cravatte per risolvere una crisi di queste dimensioni – conclude l’associazione – servono competenza, costanza e rispetto. Il vero lavoro è quello degli operai di Arif, del Consorzio e di Acque del Sud, che ogni giorno affrontano l’emergenza senza proclami. A loro va il nostro ringraziamento. Alla politica, invece, chiediamo serietà e coerenza: meno slogan, più soluzioni”.