Gli USA attaccano l’Iran: è guerra al fianco di Israele
Trump annuncia il raid contro siti nucleari iraniani: “È un momento storico per il mondo”
Nelle prime ore della notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno (ora italiana), gli Stati Uniti hanno ufficialmente dato inizio a una campagna militare contro l’Iran, intervenendo a fianco di Israele. A dichiararlo è stato il presidente americano Donald Trump, attuale comandante in capo, che attraverso il social Truth ha annunciato il successo di un attacco mirato a tre siti nucleari iraniani: Fordow, Tanaz ed Esfahan.
“Abbiamo completato con successo il nostro attacco a tre siti nucleari in Iran,” ha scritto Trump poco dopo le 2:00 italiane. “Ringrazio i grandi guerrieri americani. Ora è il momento per la pace. Questo è un momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo.”
Due ore più tardi, intorno alle 4 del mattino, il presidente è apparso in diretta dalla Casa Bianca, affermando con fermezza:
“Se la pace non arriverà rapidamente, attaccheremo altri obiettivi con precisione, velocità e abilità.”
L’Iran risponde: “È guerra”
La reazione di Teheran non si è fatta attendere. Su X (ex Twitter), i Guardiani della Rivoluzione hanno scritto:
“Adesso è iniziata la guerra.”
Lo scenario si è aggravato ulteriormente con le parole di Hazam al-Assad, uno dei leader degli Houthi dello Yemen, alleati dell’Iran nella regione, che ha minacciato apertamente gli Stati Uniti:
“Washington affronterà le conseguenze.”
Coordinamento con Israele
Secondo fonti diplomatiche, Israele sarebbe stata informata preventivamente del raid. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso gratitudine verso l’alleato americano, dichiarando:
“Ringraziamo gli Stati Uniti per il loro coraggio e la loro determinazione.”
Escalation internazionale
L’attacco segna una svolta drammatica nel già precario equilibrio in Medio Oriente, in un contesto di tensioni crescenti tra Iran e Israele dopo mesi di provocazioni incrociate, attacchi con droni e minacce nucleari. L’azione militare americana potrebbe ora innescare una reazione a catena nella regione, coinvolgendo attori come Siria, Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen.
Gli osservatori internazionali temono l’apertura di un conflitto su larga scala, dalle conseguenze imprevedibili sia sul piano umanitario che geopolitico. Nelle prossime ore è attesa una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Mentre le diplomazie mondiali cercano uno spiraglio di de-escalation, è ormai chiaro che un nuovo fronte di guerra si è ufficialmente aperto, e il mondo intero guarda con apprensione agli sviluppi.