Montecatini, ritrovata una vertebra umana: si scava attorno a Vasile Frumuzache, sospetto serial killer
Terreni perlustrati a Montecatini e Monsummano Terme. Spunta l’ipotesi di una rete criminale transnazionale legata alla prostituzione.
MONTECATINI TERME / MONSUMMANO TERME – Una vertebra umana, una ciocca di capelli, un paio di slip nascosti sottoterra: sono questi i raccapriccianti reperti rinvenuti nelle ultime ore nei campi che circondano l’abitazione e i luoghi frequentati da Vasile Frumuzache, 32 anni, cittadino romeno reo confesso degli omicidi di Maria Denisa Paun, 30 anni, e Ana Maria Andrei, 27 anni, connazionali e – secondo gli inquirenti – vittime di una lunga scia di sangue.
I resti sono stati sequestrati dai carabinieri, che li sottoporranno a esami scientifici per chiarirne la provenienza. Il sospetto agghiacciante è che possano appartenere ad altre vittime, riconducibili a un quadro ben più esteso rispetto a quanto emerso finora: non un assassino solitario, ma il boia di una rete criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione.
Il “campo degli orrori”
I ritrovamenti sono avvenuti nel cosiddetto "campo degli orrori" a Montecatini Alto, ma anche nei pressi della casa del killer a Monsummano Terme, dove ieri sono arrivati carabinieri del Sis, nuclei cinofili, vigili del fuoco e ruspe, per passare al setaccio ogni centimetro di terreno. Ispezioni sono state effettuate anche nel box metallico accanto alla casa.
Tra gli oggetti sequestrati, oltre ai reperti organici: quattro telefoni cellulari (uno nascosto sotto il sedile dell’auto), quattro lame bruciate trovate nei pressi dell’abitazione e altri indizi che rafforzano la pista investigativa.
L’ombra di un’organizzazione
Secondo gli inquirenti, Frumuzache potrebbe aver agito su mandato di un’organizzazione criminale internazionale, incaricato di eliminare le escort “ribelli”, ovvero donne che tentavano di sottrarsi al controllo di una rete dedita alla tratta e allo sfruttamento sessuale, in particolare di giovani romene.
Un’ipotesi confermata indirettamente anche dalla madre di Denisa Paun, che ha raccontato agli investigatori di aver visto due uomini seguire la figlia la notte dell’omicidio. Un’allerta che Denisa stessa aveva lanciato poche ore prima, confidandosi con un’amica: “Se quello mi vede o mi trova mi ammazza”.
Scomparsi in Toscana e Sicilia
Il fascicolo d’indagine, coordinato dal procuratore Luca Tescaroli, si è ampliato. Gli investigatori stanno ora incrociando i dati con le denunce di scomparsa presentate negli ultimi sette anni in Toscana e in Sicilia, dove Frumuzache aveva vissuto in passato, in particolare nella provincia di Trapani.
L’obiettivo è chiaro: verificare eventuali collegamenti con altre sparizioni di giovani donne, che potrebbero rivelare il profilo di un serial killer rimasto a lungo nell’ombra.
Indagini in corso e prossimi passi
Le operazioni di scavo continueranno nei prossimi giorni, con l’obiettivo di ispezionare due pozzi presenti nei terreni attigui alla casa del killer. Intanto, il materiale rinvenuto sarà inviato ai laboratori per l’identificazione forense, nel tentativo di fare luce su possibili nuove vittime.
Le autorità mantengono il massimo riserbo, ma il timore – sempre più fondato – è che il caso Frumuzache rappresenti solo la punta di un iceberg fatto di violenza, sfruttamento e silenzi.