Da Dostoevskij e Maradona a Paola Clemente: la street art di Jorit
FRANCESCO GRECO - "Presidente Putin, le chiedo di fare una foto insieme, per dimostrare all'Italia che lei è umano come tutti e la propaganda su di lei non è vera....".
Inizi di marzo 2024, Ciro Cerullo, in arte Jorit, street artist napoletano, 34 anni, era a Sochi (Russia meridionale, poco meno di mezzo milione di abitanti), in occasione del Festival della Gioventù.
Il Presidente della Federazione Russa sorrise e se la cavò con ironia: "Certo, basta che non mi dia un pizzicotto per sincerarsi che sono una persona reale...".
L’artista era finito nel tunnel viscido dell’accusa di filoputinismo, automatica per chi è fuori mainstream (e sono milioni di uomini e donne pensanti), riflessi condizionati dell’osceno sentimento detto russofobia che ormai da anni demonizza persino i cartoni animati e i gatti russi, oltre ai film, i cantanti, i direttori d’orchestra, gli scrittori e tanti altri brand, materiali e immateriali.
Ma un vero artista non deve tener conto degli umori cangianti dei suoi contemporanei. E infatti Jorit tirò dritto per la sua strada.
A Napoli aveva dipinto il murale di Dostoevskij (prima ancora Maradona), mica lo scrittore del paese che declina sul folklore, un gigante della Letteratura di tutti i tempi. Con Tolstoj scrittore di formazione di tante generazioni, la nostra inclusa.
L’anima russa, la spiritualità di quel popolo, la Grande Madre Russia, la terza Roma, la nuova Atene: è tutto fra quello pagine.
Putin aveva saputo della sua performance, apprezzato e chiesto news sull’autore.
Ora Jorit è di nuovo sulla scena: cadono infatti i dieci anni (13 luglio 2015) dalla morte assurda della bracciante Paola Clemente mentre era al lavoro (l’acinino) nei vigneti di Andria (BAT), probabilmente per un malore dovuto al troppo caldo. Aveva 49 anni, lasciò marito e figli.
Jorit sta lavorando a un murale che racconta la storia della lavoratrice ed è anche una denuncia delle condizioni di lavoro spesso disumane, oltre che del caporalato, delle campagne di Puglia.
Ora Jorit è di nuovo sulla scena: cadono infatti i dieci anni (13 luglio 2015) dalla morte assurda della bracciante Paola Clemente mentre era al lavoro (l’acinino) nei vigneti di Andria (BAT), probabilmente per un malore dovuto al troppo caldo. Aveva 49 anni, lasciò marito e figli.
Jorit sta lavorando a un murale che racconta la storia della lavoratrice ed è anche una denuncia delle condizioni di lavoro spesso disumane, oltre che del caporalato, delle campagne di Puglia.
Ad Andria, largo Grotte, esattamente sulla parete esterna del Suap (Sportello unico attività produttive).
“Come amministrazione – spiega la sindaca Giovanna Bruno - abbiamo conferito la cittadinanza onoraria alla sua memoria, nella scorsa edizione del Festival della Legalità alla presenza di marito e figli che saranno di nuovo con noi il 14 luglio, quando ufficialmente consegneremo alla città questo capolavoro ultimato da un artista che sta facendo tanto parlare di sé per la sua arte. Sarà presente lo stesso Jorit e sarà l’occasione per parlare di questa piaga sociale...”.
L’iniziativa è dell'Assessorato alle Politiche Giovanili e di Flai Cgil BAT.
Concludendo: Jorit prima di affrescare lo scrittore di “Delitto e castigo” e de “L’idiota”, aveva realizzato il graffito di una bambina in lacrime sotto i bombardamenti degli ucro-nazi di Mariupol (città ucraina sul Mar Nero conquistata dai Russi nel 2022).
All’epoca disse: "L'idea era mostrare la vita dei bambini del Donbass. I media occidentali spesso distorcono la realtà . Per esempio, parlano delle sofferenze dei bambini di un Paese, ma rimangono in silenzio su quel che succede in quello vicino".
Ogni riferimento anche ai bambini Palestinesi non era affatto casuale.
E adesso il murale di Paola Clemente, a riprova di una passione civile e politica, una sensibilità spiccata, che gli fa onore e lo ha fatto meritatamente diventare un artista di fama mondiale.
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Politica
