Antonella Palmisano: “Le mie vittorie ignorate, pretendo rispetto”
TARANTO - Lo sfogo di Antonella Palmisano, atleta pugliese di Mottola e campionessa olimpica della 20 km a Tokyo 2020, sta scuotendo il mondo dell’atletica italiana. Palmisano, che può vantare anche il titolo europeo a Roma 2024 e tre medaglie ai Mondiali (un argento a Tokyo 2025 e due bronzi, a Londra 2017 e Budapest 2023), accusa la federazione europea e il direttore tecnico dell’Italia, Antonio Latorre, di aver ignorato sistematicamente i suoi successi.
“Ho assistito all’ennesima presa in giro: European Athletics e i responsabili della comunicazione della federazione hanno ripostato un post di Birmingham per annunciare gli Europei 2026 e, ancora una volta, tra le medaglie di Tokyo 2025 la mia non c’è – ha scritto Palmisano -. Prontamente, dopo la mia chiamata al presidente e grazie al suo intervento questo post è stato rimosso. Non è la prima volta. È sempre così. La mia disciplina è ignorata, le mie vittorie cancellate come se non fossero mai esistite. Sono stanca delle mie medaglie silenziose, di una marcia trattata come uno sport di serie B, di un dt che dimentica di nominare la mia medaglia nel bilancio della squadra alla conferenza stampa e neanche riportato nel sito della Fidal”.
L’atleta non si è limitata a denunciare la situazione, ma ha chiarito la sua posizione con fermezza: “Sono stanca di questa mancanza di rispetto continua e sistematica, che ormai non è più una svista: è una scelta. Ho vinto per l’Italia, ho portato il tricolore sul podio, ho dato tutto ogni singola volta, eppure sembra che per qualcuno non valga nulla. Forse l’allora presidente del Coni, Giovanni Malagò, comprese realmente la mia battaglia e la mia delusione. Beh, non starò più zitta. Pretendo rispetto. Pretendo che il mio nome e la mia storia vengano ricordati. Perché se oggi l’atletica italiana può vantare certe medaglie, è anche grazie a me. E chi continua a far finta di non vederle dovrebbe solo vergognarsi”.
Le parole di Palmisano aprono un dibattito importante sulla valorizzazione delle discipline minori e sul riconoscimento dei risultati degli atleti italiani, in particolare di quelli impegnati nella marcia, spesso trascurata nel panorama sportivo nazionale.