Barletta, “barche” di soldi nascosti al fisco

di Nicola Ricchitelli. E sono due. E' di pochi giorni fa la scoperta di una barca ormeggiata in un porto della Liguria di proprietà di un imprenditore barlettano, acquistata con i fondi neri della compravendita delle case. Insomma ancora Barletta protagonista nella lunga saga dell’evasione fiscale, anche se lo scenario è quello di Londra, in un film dove le rive del Tamigi spodestano il colosso Eraclio.
La tecnica è sempre la stessa: si costituisce una società nel Regno Unito con un capitale di poche sterline, e il bilancio in realtà è costituito dai versamenti di terzi che guarda caso corrispondono esattamente alle rata di un "offshore", aggirando le manovre anti evasori messe a punto dal fisco italiano. Uno stratagemma utile a far viaggiare i soldi del nero da un capo all’altro del continente, il tutto con la sapiente regia di un amministratore napoletano il quale si sarebbe occupato di costituire e gestire la società. La società inglese quindi diventa il tramite per "risparmiare" l’Iva. Il valore dell’imbarcazione scoperta si aggira attorno i 2milioni e 650mila euro, di cui poco più di mezzo milione di euro sottratto al fisco italiano.
Tali particolari sarebbero finiti nel fascicolo d’indagine della procura di Trani che si starebbe allargando ad altre regioni. Da una visura eseguita nel Regno Unito è emerso che - come da prassi consolidata - i profitti della società cartiera corrispondono esattamente alle rate versate dalla società al cantiere, e di chiara provenienza cash.
La delicata indagine, affidata alla Guardia di finanza, avrebbe già consentito di incrociare i conti di un imprenditore di Barletta, acquirente - di fatto - del natante di un noto cantiere della Versilia.

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