Pregáme a la Barése, cristianità e tradizioni

di Roberta Calò. La vita di un uomo si compone di mille sfaccettature e per poterne conoscere il suo intrinseco significato antropologico, bisognerebbe scandagliare la polivalente dimensione delle sue attività. Uno dei punti cardine di queste attività è senza dubbio la Fede che serba in sé il segreto delle paure, delle speranze, dei dolori, delle gioie di ogni essere umano, di ogni tempo e di ogni società.
Ecco che nasce la preghiera come voce della cultura e dell’anima del popolo che la intona tendendo ad un’entità superiore la mano per un’intercessione divina sulla terra. Ancora più autentico è saper carpire il profondo connubio tra il dialetto e la preghiera come forma di unione tra due diverse espressioni dell’uomo.

Vittorio Polito, giornalista e scrittore, e Rosa Lettini Triggiani, scrittrice e attrice, hanno fatto dono ai baresi di un simpatico ed esclusivo tascabile, che dà spazio ad entrambe le voci presentando in dialetto barese (con traduzione a fronte), una serie di preghiere (Le preghíre du crestiáne). Gli autori hanno anche aggiunto una serie di poesie-preghiere di Giovanni Panza, Giuseppe Gioia e Peppino Franco che completano l’originale pubblicazione.

“Pregáme a la Barése” (Levante Editori, Bari, pag. 96, euro 10) ci accompagna alla riscoperta di quello che siamo stati passando per i viali della più atavica e cristallizzata cristianità; come gli stessi autori spiegano: «Se in chiesa, - scrivono gli autori nell’introduzione - ormai da qualche tempo, si prega in italiano, ci piace pensare che ciascuno di noi, nel suo personale e intimo rapporto con Dio, proprio perché la preghiera sgorga dal cuore, possa trovare le giuste espressioni e i toni più autentici per le sue invocazioni al Signore, nella nostra amata ‘lingua barese’».

Entrambi gli autori annoverano una notevole esperienza nello studio della cultura barese; Polito è autore di “Baresità e… maresità” e “Baresità, curiosità e...” (Levante editori), nonché curatore della pubblicazione “Dialetto. Dignità di comunicazione, dignità sociale” (Aierre). Lettini Triggiani, invece, ha collaborato con il marito Domenico Triggiani, commediografo e scrittore, alla realizzazione di diverse opere tra cui “Il virus del passato” (Capone editore), “Il giudice Pandis, un'odissea nel tempo” (Serarcangeli editore) e “Da Adàme ad Andriòtte” (Schena Editore).

Polito e Lettini Triggiani hanno peraltro curato una accurata trascrizione del dialetto barese, accessibile a tutti, fornendo anche dei suggerimenti e degli accorgimenti linguistici relativi agli accenti grafici ed alle vocali toniche. La presentazione, curata da padre Lorenzo Lorusso priore della Basilica di San Nicola di Bari, offre invece un excursus sul significato strettamente religioso della preghiera e sui vari tipi di orazioni presenti nel panorama cristiano.

Un’opera dunque da non perdere per toccare con mano l'ampio respiro del barese in quanto cittadino e in quanto uomo perché «nella preghiera si trova il coraggio per andare avanti, nonostante i momenti di incomprensione, di abbandono e di apparente fallimento».

Ecco l’esempio della classica preghiera dell’Ave Maria tradotta in dialetto barese:


AVE, MARÌ

Àve, Marì, chiène de gràzie,
u Segnóre iè che tè.
Tu si benedètte e benedìtte u frutte
c’àda pertá nzíne, Gesù.

Sànda Marì, Màdre de Dì,
prìghe pe nú peccatùre,
mó e a l’óre de la mòrta nòste.

Amèn

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