Intervista a Paolo Villaggio: "Con Fantozzi ho raccontato la condizione degli italiani"

Riproponiamo per ricordare il grande Paolo Villaggio un'intervista concessaci dal Maestro della risata genovese e rilasciata al nostro quotidiano nel 2015.

di NICOLA RICCHITELLI - Era il 27 marzo del 1975 quando nelle sale italiane uscì il primo film della saga comica, diventata una vera e propria icona della commedia all'italiana. Ma dietro quell’icona c’è il Maestro Paolo Villaggio: «…non ha avuto successo il viso di Paolo Villaggio, bensì lo ha avuto il ragionier Ugo Fantozzi», una precisazione quasi rabbiosa quella del comico genovese.

Resiste il ragionier Ugo Fantozzi, resiste tra il precariato e i Jobs Act, ha quarant’anni di lavoro sulle sue spalle, ma lui, Ugo, tiene botta, forse non si aspettava neanche lui di essere ricordato quaranta anni dopo: «No, non me lo sarei mai aspettato anche perché non sono un veggente. Ti dirò, l'ho sempre sospettato un pochino, ma non in questo modo così mitico direi…».

Ha raccontato la condizione normale degli italiani così come più volte ribadito dallo stesso Villaggio: «Fantozzi ha fatto scoprire a tutti gli italiani che tutti quelli non riuscitissimi nella vita sono loro, quindi non si sono più sentiti isolati in una malattia speciale, ma era la condizione normale di tutti coloro che non hanno avuto fortuna nella vita».

Ma dove si collocherebbe il ragioni Fantozzi oggi? Ma soprattutto chi sono i ragionier Fantozzi dei giorni nostri?: «Gli italiani in genere. Sono l’80-90% della popolazione italiana. La condizione di questi Fantozzi prima era accettabile, fingevano anche di essere allegri e felici, adesso purtroppo la situazione è peggiorata. Il numero della popolazione è aumentata, per un giovane trovare un posto di lavoro è dura, ma soprattutto il valore dei guadagni e degli stipendi sono così lontani da una realtà terribile che ci sta aggredendo con violenza, che ci sta rendendo tutti poveri».

Grazie Maestro per l’onore che ci e mi ha concesso con la sua testimonianza e buon compleanno ragionier Fantozzi.

D: Maestro, perché nasce la maschera del ragionier Ugo Fantozzi?
R:«Nasce perché ha messo in luce la condizione normale di tutti gli italiani che non fanno parte, diciamo, di quella banda, di quel gruppo di gente di potere quali i capitani di industria molto ricchi, tutti i politici, i religiosi di potere, dal Papafino ai cardinali importanti. Questa è un élite dominante in una marea di gente che in questo ultimo periodo si è impoverita».

D: A chi si riferisce in maniera particolare?
R:«Si pensi che i pensionati sono alla fame, non c’è più lavoro per i giovani, visto che tra l’altro i vecchi lavorano fino a tarda età ostruendo quindi gli spazi. Questo ha creato una condizione e i presupposti per quest’uomo che, pur avendo il lavoro fisso e quindi un privilegio enorme, in ufficio ha un carattere speciale e mette a punto una tecnica speciale per non lavorare mai e non fare nulla, vantandosene tra l’altro con i colleghi. Diventa una gara tra colleghi, quindi, tra chi sono dieci anni che non apre una pratica e chi dopo tre mesi la stessa pratica la butta furtivamente nel cestino di un collega. Lui è sfortunato in una maniera esagerata, se va in ferie si ritrova di fronte ad alluvioni, frane... certo tutto questo è paradossale ed esagerato, ma ho voluto in qualche maniera raccontare la condizione normale degli italiani, che sono in qualche maniera dei “piove Governo ladro”, gente che continua a criticare la casta politica e i potenti di ogni tipo, però nulla fa per combattere contro tutto questo. Purtroppo non c’è una rivolta seriosa, sono abituati a subire».

D: Quale fu la reazione degli italiani dinanzi al ragionier Fantozzi?
R:«L’italiano medio prima mi diceva, sa che il Fantozzi che fa lei in televisione, o che racconta sui giornali e nei libri, assomiglia a un mio vicino di destra, o a un mio vicino di sinistra, a mio zio... poi alla fine sono stati liberati, dicevano di essere felici perché liberati. Fantozzi ha fatto scoprire a tutti gli italiani, che tutti quelli non riuscitissimi nella vita sono loro, quindi non si sono più sentiti isolati in una malattia speciale, ma era la condizione normale di tutti coloro che non hanno avuto fortuna nella vita».

D: Tra l’altro il ragionier Fantozzi ha messo in evidenza il rapporto marito – moglie nella casa degli italiani…
R:« Certo! Il ragionier Fantozzi ha rappresentato quelle persone ottuse con i potenti, servili con quelli che hanno potere, ma anche feroci in casa, con la moglie: sono loro i padroni del telecomando, la moglie deve solo subire nonostante il movimento di emancipazione della donna, però in Italia la donna, specialmente al sud, vive ancora in una condizione di subalternità. È difficile essere felice con dei mariti come Fantozzi».

D: Chi sono i ragionier Fantozzi dei giorni d’oggi?
R:«Gli italiani in genere. Sono l’80-90% della popolazione italiana. La condizione di questi Fantozzi prima era accettabile, fingevano anche di essere allegri e felici, adesso purtroppo la situazione è peggiorata. Il numero della popolazione è aumentata, per un giovane trovare un posto di lavoro è dura, ma soprattutto il valore dei guadagni e degli stipendi sono così lontani da una realtà terribile che ci sta aggredendo con violenza, che ci sta rendendo tutti poveri. La verità è che gli italiani sono dei contestatori che fingono con il “piove Governo ladro” di essere tali, ma in realtà non fanno nulla per liberarsi da questa condizione, sparlano crudelmente degli amici più cari per poi abbracciarli con affetto quando li incontrano. Vorrebbero evadere le tasse, invidiano i grandi evasori, evasori che al massimo vengono mandati agli arresti domiciliari, là dove per arresti domiciliari si intende le case di lusso nelle quali vivono come dio onnipotenti. Fantozzi invece agli arresti domiciliari ci vive da una vita, perché vive nelle periferie delle capitali dove in effetti è come trovarsi agli arresti domiciliari»

D: Si sarebbe mai aspetta questa longevità della maschera di Fantozzi?
R:«No, non me lo sarei mai aspettato anche perché non sono un veggente. Ti dirò: l'ho sempre sospettato un pochino, ma non in questo modo così mitico direi. Fantozzi ha innovato e cambiato la lingua, l’ispettore Galattico, mostruoso, agghiacciante, un'aggettivazione assolutamente paradossale usata in modo nuovo. Certe forme come galattico, salivazione azzerata, ha fatto parte di un linguaggio nuovo, e altresì innovato un linguaggio in un paese dove la lingua non era creativa, tranne forse nella città di Napoli».

D: Che poi, Maestro, Ugo Fantozzi è esistito veramente…
R:« Io ero dipendente della Cosider, società dipendente quasi dell’Italsider. Ora aldilà di Cosider e Italsider, la maggior parte dei dipendenti e impiegati italiani vive quella condizione là, lo stipendio fisso, anche se non è più sufficiente per fare una vita tranquilla, e arrivano quasi tutti alla fine del mese con grandi difficoltà. Più che essere esistito realmente Ugo Fantozzi, esiste realmente questa realtà che è tutta italiana ed è fatta di gente come Fantozzi. Questo da una parte, dall’altra abbiamo una casta di potentissimi che sono sempre più ricchi, mentre i Fantozzi sono sempre più poveri».

D: Maestro, vera la storia secondo cui la maschera di Fantozzi fu proposta prima a Pozzetto e poi a Tognazzi i quali rifiutarono?
R:«No, questa storia non è vera. Questa cosa fu frutto di una biografia inventata da Fulvio Frizzi – papà di Fabrizio presentatore– dopo il successo del primo libro, il quale vendette più di un milione di copie».

D: Ha mai immaginato il volto del ragionier Ugo Fantozzi diverso da quello di Paolo Villaggio?
R:«Guardi, non ha avuto successo il viso di Paolo Villaggio, bensì ha avuto successo il ragionier Ugo Fantozzi. I Fantozzi sono tutti impiegati, dipendenti, così come anche tutta quella gente sì a stipendio fisso ma con guadagni poco lucrosi. Questi sono i Fantozzi. Io li ho rappresentati, loro lo sono».

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