Xylella, “Nessun piano di riconversione per terreni infetti”

BARI - “Duecentosessanta euro per pianta sradicata sono una cifra a dir poco esigua, considerando che il lucro cessante relativo all’ulivo è notevolmente più alto, perché ci vogliono anni dopo il reimpianto per poter ottenere un guadagno. Ma c’è un altro percorso da avviare per non mettere una pietra tombale sui terreni colpiti: esiste un piano di riconversione? Ad entrambe le questioni, che ho sollevato oggi in Commissione, non ho ricevuto feedback rilevanti”. Lo dichiara il consigliere regionale Domenico Damascelli, vicepresidente della Commissione Agricoltura. 

“Definire e conoscere quali colture si possano piantare nei terreni colpiti da Xylella - prosegue - è essenziale per dare prospettive economiche alle aziende interessate. Ho anche chiesto al commissario Silletti se ritenga possibile che il batterio sia stato introdotto da qualcuno in malafede per speculazioni edilizie. Una domanda che penso sia pertinente, visto che il Consiglio regionale ha ampiamente dibattuto su una proposta di legge la cui ratio era quella di impedire le stesse speculazioni. Il commissario, però, ha rimandato alla procura tali aspetti. Sul fronte scientifico, abbiamo dovuto constatare che, ad oggi, non ci siano soluzioni convincenti per debellare l’infezione, al di là degli espianti. Ciò - conclude Damascelli - è certamente dovuto al tempo perso dalla Regione Puglia nell’affrontare la questione”.

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