Sisma, nuova scossa nella zona di Macerata. Morto un ferito

(ANSA)
E' stata recuperata l'ultima vittima ufficiale dell'hotel Roma di Amatrice, teatro principale della tragedia del terremoto: i vigili del fuoco, dopo un difficile lavoro durato tutta la notte, l'hanno estratta dalle macerie questa mattina.

Il corpo era incastrato tra i calcinacci sotto una trave di cemento armato, dieci metri più in basso di quella che era la posizione originale della stanza dove si trovava al momento della scossa. Con il recupero di stamattina, non si concludono le ricerche nell'hotel Roma: ci sono ancora una decina di stanzae dell'albergo che non sono state raggiunte. 

Dalla lista degli ospiti, recuperata dai vigili del fuoco sotto le macerie nei giorni scorsi, e dalle informazioni raccolte, non dovrebbero esserci altre persone all'interno dell'albergo, ma si continuerà a scavare fin quando ogni centimetro di macerie sarà stato controllato.

NUOVA SCOSSA A MACERATA - Ancora paura nel maceratese, la terra torna a tremare. Un terremoto di magnitudo 3,8 è stato registrato alle 13:26 nella provincia di Macerata dalla rete sismica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). I comuni più vicini sono Castelsantangelo sul Nera, Norcia e Preci.

MORTO UN ALTRO DEI FERITI - E' deceduto in rianimazione a Pescara, Filippo Sanna, il giovane di 23 anni, originario di Nuoro, che viveva ad Amatrice con la famiglia: era rimasto per alcune ore, sotto le macerie della sua casa. Filippo viveva con i genitori e la sorella, rimasta ferita anche lei, seppur in condizioni meno gravi.

VESCOVO: NON UCCIDE TERREMOTO, MA OPERE UOMO - "Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell'uomo!", così il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nell'omelia della messa funebre ad Amatrice. La ricostruzione - ha proseguito - non dev'essere "una 'querelle politica' o una forma di sciacallaggio di varia natura, ma quel che deve: far rivivere una bellezza di cui siamo custodi".

"Questa gente è morta perché amava questa terra e noi vogliamo restare qui", ha detto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, al termine dei funerali. Una frase accolta da un forte applauso da parte della folla che gremisce la tensostruttura. Il sindaco ha quindi abbracciato forte e a lungo il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, che ha celebrato il rito.

I funerali delle vittime del  si terranno ad Amatrice come chiedono il sindaco e la comunità locale. E come è giusto!

Trentasette le vittime di cui si sono celebrati oggi i funerali. I volontari della Protezione Civile hanno predisposto, sotto una pioggia battente, due grosse tensostrutture nel cortile del complesso Don Minozzi, la struttura educativa per buona parte crollata con la scossa del 24 agosto. A celebrare le esequie funebri è il vescovo di Rieti Domenico Pompili, l'ex vescovo dell'Aquila Molinari e il vescovo di Ascoli Giovanni D'Ercole. Presenti anche il premier, Matteo Renzi, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oltre ai presidenti della due Camere, Grasso e Boldrini.

"Questa era la cosa più giusta e logica da fare - ha detto il parroco del Paese don Fabio Gammarrota, tornando sulle polemiche di ieri - il popolo resterà qui e rappresenterà il pungolo per le istituzioni affinché mantengano le promesse fatte a questa gente".
Intanto proseguono le indagini dopo il disastro e si avvicina il momento dei sequestri e delle perizie sugli edifici crollati.


I vigili del fuoco, intanto, dopo tre giorni di lavoro ininterrotto, hanno recuperato uno dei tre corpi ancora sepolti dalla macerie dell'Hotel Roma di Amatrice. Si tratta di una donna che si trovava in una stanza al primo pinao dell'albergo e che, dopo il crollo, era finita sepolta sotto oltre 4 metri di macerie. I vigili del fuoco, dopo aver rimosso e tagliato le travi che impedivano il passaggio, sono riusciti ad estrarla poco fa. Sotto le macerie dell'hotel Roma ci sono sicuramente altri due corpi che sono stati gia' individuati.
Intanto è stata aperta un'inchiesta per disastro colposo anche dalla procura di Ascoli, dopo quella dei colleghi di Rieti.


GOVERNO: VIA DALLE TENDE, POI CASETTE DI LEGNO - Via dalle tende, prima possibile e non oltre un mese. Con un passaggio in hotel e residence nella zona per poter realizzare, in 3-4 mesi, le casette di legno in attesa che borghi e paesi vengano ricostruiti. E' l'input che Matteo Renzi, a quattro giorni dalla scossa delle 3.36, ha dato agli uomini della Protezione Civile come primo atto del piano del governo per dare una sistemazione adeguata agli sfollati e passare poi alla ricostruzione, a capo della quale il premier metterà a breve come commissario l'ex governatore dell'Emilia Vasco Errani. E per essere fatta nel migliore dei modi il governo chiama a raccolta le energie migliori del paese, come dimostra il 'consulto' avuto a Genova con l'archistar Renzo Piano.

I tecnici della Protezione Civile stanno già mettendo a punto il piano delle costruzioni in legno, stile Onna. Il primo passo, quello più immediato, sarà dunque togliere gli sfollati dalle tende, perché tutti sanno che entro un mese, da queste parti, arriveranno il freddo, la pioggia e, più avanti, anche la neve. Non è pensabile dunque lasciare chi ha perso amici, familiari e l'intera vita, in una tenda. Al massimo entro qualche settimana bisognerà quindi decidere se far arrivare i container nei paesi colpiti o trasferire la gente negli hotel e nei residence della zona. "La scelta va lasciata alla gente", si è premurato di dire Renzi parlando con i sindaci delle zone colpite e con i governatori. E lo ribadirà martedì quando sarà ad Amatrice per i funerali delle vittime, cogliendo l'occasione per una nuova riunione operativa. Nel frattempo verranno realizzati i Musp, i moduli di utilizzo provvisorio scolastico, che devono necessariamente essere pronti per l'inizio dell'anno scolastico. "Mercoledì incontrerò il ministro - ha confermato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi - e dovremmo affrontare proprio questa situazione, in modo da garantire ai ragazzi di tornarne a scuola".

VITTIME SALGONO A 293 - Sale intanto a 293 morti e 388 feriti il bilancio ufficiale delle vittime del sisma che ha devastato il centro Italia. Gran parte di essi sono passati per gli ospedali di Lazio, Umbria e Marche. Nel relativo conteggio, è stato rilevato che solo 218 sono le vittime in Amatrice ( Provincia di Rieti), 49 ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno, quì si terranno domattina alle 11.30 i Funerali di coloro che sono periti nelle Marche, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Premier Matteo Renzi) ed 11 ad Accumoli.

Nelle Marche "ai vigili del fuoco non risulta più alcun disperso"dopo il forte terremoto di mercoledì scorso. Lo ha detto il comandante regionale Ugo Bonessio, al campo base di Arquata del Tronto. Le ricerche in tutto il territorio colpito dal sisma vanno comunque avanti.

La terra continua a tremare. Dopo l'ultima forte scossa di magnitudo 4.8 alle 6:28 di questa mattina, è stato chiuso il Ponte a Tre Occhi sulla strada regionale 260, importante via di accesso verso il comune di Amatrice anche per i soccorsi.

Amatrice dopo la scossa
"Amatrice è da radere al suolo completamente", ha ammesso il sindaco della cittadina distrutta Sergio Pirozzi, che ha confermato all'ANSA come non ci sia più nessun edificio nel centro storico che sia possibile restaurare e salvare. A parte la chiesa romanica di S.Francesco, tutto il resto non c'è più. "Ma come ho già detto ieri - ha ammesso Pirozzi - vorremmo ricostruirlo nello stesso posto, magari con la stessa forma e con la stessa estetica".

All'arrivo alle porte di Amatrice, provenendo dall'Aquila sulla strada 260 Picente, il Ponte chiamato 'A tre occhi' sopra il torrente Castellano è pericolante, si è affossato dopo il crollo di un muro sottostante. Si passa in questo punto solo a piedi o in moto. Fino a un chilometro e mezzo da Amatrice sulla 260 Picente la strada è transitabile. Alla vista non ci sono frane o edifici crollati sulla strada. Già a 15 km da Amatrice nelle frazioni di Montereale (L'Aquila) la gente è in strada.

Situazione molto grave anche ad Accumoli dove c'è almeno una vittima, e una famiglia di quattro persone - due bambini piccoli e i loro genitori - è sotto le macerie e non da segni di vita. Lo ha detto a RaiNews24 il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci.

Amatrice: com'era prima del terremoto
PROCURA APRE INCHIESTA — L'inchiesta aperta dalla procura di Rieti, con l'ipotesi di reato di disastro colposo, dovrà fare luce anche sui crolli che hanno interessato edifici ristrutturati recentemente, come la scuola di Amatrice e il campanile crollato ad Accumoli. Mentre non si placano le polemiche, si invoca da più parti un cambio di rotta sulla prevenzione antisismica.

IL CORDOGLIO DEL CONSIGLIO REGIONALE PUGLIESE - Il Consiglio regionale della Puglia condivide lo sgomento delle comunità colpite dal terremoto che ha investito l’Italia centrale. “L’evento drammatico di questa notte addolora tutti e ricorda analoghe tragedie che hanno segnato la storia del nostro Paese”, dichiara il Presidente dell’Assemblea, Mario Loizzo, che ha indirizzato una nota di solidarietà ai presidenti dei Consigli regionali del Lazio, Daniele Leodori, delle Marche, Antonio Mastrovincenzo e dell’Umbria, Donatella Porzi.

“Profondamente scosso alla notizia del grave sisma che ha colpito le Vostre popolazioni, esprimo la partecipazione più sentita del Consiglio regionale della Puglia e mia strettamente personale. Nel momento del dolore, che ferisce tutti, Vi sia di conforto la vicinanza della Comunità pugliese, che assicura il suo sostegno e il contributo ai soccorsi”.



COR: E' MOMENTO SOLIDARIETA' - Nota del Gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti (Zullo, Congedo, Manca, Perrini e Ventola) sul terribile terremoto di questa notte.
“Ancora una volta nel cuore della notte il Centro Italia viene scosso da un terribile terremoto. Piccoli centri completamenti distrutti. 

Preghiamo per le vittime e auspichiamo che la macchina dei soccorsi riesca a mettere in salvo il numero maggiore di persone ancora intrappolate nelle macerie. 

E’ il momento della solidarietà! Dalla Puglia sono immediatamente partite le unità della Protezione civile ed è scattata immediatamente quella catena umana straordinaria: dalle donazioni di sangue alla raccolta di beni di prima necessità l’Italia del volontariato è già in moto, a conferma dello straordinario spirito di condivisione che contraddistingue il popolo italiano in queste tragedie. Anche noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

"AIUTIAMO LE POPOLAZIONI COLPITE ANCHE DOPO EMERGENZA" - Nota del capogruppo del Pd Michele Mazzarano. “Non ci sono parole per esprimere il dolore che si prova, ancora una volta, dinnanzi a una devastazione come quella che, questa notte, ha colpito le regioni del Centro Italia. Il bilancio ancora provvisorio delle vittime non può che darci un'idea parziale della gravità del sisma che ha coinvolto diverse cittadine di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio. Per completare il quadro vanno elencati le famiglie rimaste senza casa, le aziende distrutte, palazzi, chiese e interi storici rasi al suolo o pesantemente danneggiati, con riverberi inevitabili anche sull'economia turistica. Ora occorre superare la fase dell'emergenza, con l'assistenza dei feriti e il salvataggio di quanti sono ancora dispersi, nonché la messa in sicurezza degli edifici pericolanti. In questo la Puglia si sta dimostrando ancora una volta in prima linea con la sua Protezione civile, messasi in moto sin dalle prime ore di oggi per portare aiuto alle popolazioni colpite. Ma non va dimenticato che la parte più difficile sarà subito dopo, per evitare di trasformare centri vivaci della nostra Italia in simboli di abbandono e desolazione. Il ricordo del sisma de L'Aquila, che sette anni fa ha distrutto il centro storico e causato 300 morti, è ancora vivo nella memoria di tutti noi. Cerchiamo di trarre esempio da quella devastazione per evitare di ripetere gli errori del passato”./comunicato

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