Notte della Taranta, intervista a Nicoletta Manni: "Dove sono nata la pizzica è di casa"

(Brescia/Rudy)

di PIERO CHIMENTI - Intervista alla prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano, Nicoletta Manni, ètoile di origini salentine (Galatina) che danzerà sul palco de La Notte della Taranta in occasione del Concertone finale del 26 agosto a Melpignano.

L’artista sarà la protagonista assoluta de “La preghiera delle madri” di Yael Deckelbaum, brano nato dall’incontro tra l’artista israeliana che sarà quest’anno tra gli ospiti internazionali del Concertone e un gruppo di donne ebree e musulmane che hanno marciato verso Gerusalemme per chiedere la pace. Un messaggio di musica e danza che si leverà da Melpignano per quella che sarà a tutti gli effetti una preghiera per la pace.

1. Sarai protagonista della 'Notte della Taranta'. Ti stai preparando in maniera differente rispetto alle prime a cui sei abituata?

Mi preparo ad ogni spettacolo sempre con tanto impegno ed entusiasmo in ogni minimo particolare.
Per me la danza è la passione della mia vita. Ho cominciato da piccolissima nella scuola di mia madre, Anna De Matteis, secondo  un percorso per me naturale e con tantissimo sacrificio, ma ho sempre sognato di diventare una ballerina.

2. In una Melpignano blindata ti esibirai ne 'La preghiera delle madri'. Secondo te come il dialogo tra le religioni può fermare gli integralisti così spietati?

Quest'anno ho avuto la fortuna di incontrare il Papa in occasione della giornata della danza  e di accogliere con entusiasmo e commozione il suo messaggio di pace e fraternità. Il brano di Yael Deckelbaum che interpreterò, su coreografie del maestro Lucianno Cannito, è un esempio di come la musica, la danza, la preghiera di migliaia di donne e madri di tutte le religioni possano essere uno strumento per la costruzione di un bene comune: la pace.

3. Prima i Pink Floyd, adesso la pizzica. Quali le difficoltà ad interpretare generi musicali così 'lontani' dal tuo mondo?

I Pink Floyd o la Pizzica non sono generi musicali lontani da me. La danza classica è la base di tutte le danza. Ho interpretato le musiche dei  Pink Floyd su coreografie di Roland Petit che includono elementi classici, neoclassici, contemporanei, acrobatici con le stesse difficoltà che affronto negli altri balletti di repertorio classici, moderni, contemporanei.

4. Cosa rappresenta per te la pizzica? L'hai fatta già conoscere al Andrijashenko?

Sono nata a Santa Barbara, una piccola frazione del comune di Galatina dove la pizzica è di casa.
Da piccola i miei genitori mi hanno spesso portato a Melpignano alla Notte della Taranta. Nel 2014, su invito della fondazione la 'La Notte della Taranta', ho partecipato da vicino al 'Concertone' ed ho apprezzato meglio la bellezza della pizzica. La pizzica fa parte della cultura di chi è nato in questa terra.

5. Nel giro di pochi anni hai ballato con Bolle e sei l'unica italiana candidata al 'Premio Benois de la Danse'. Quanto è difficile alla tua età convivere con una sempre più crescente notorietà nazionale ed internazionale?

Alla mia età non è semplice gestire una responsabilità come quella di essere prima ballerina del Teatro alla Scala uno dei teatri più importanti al mondo. L’impegno è molto forte, oltre alle doti fisiche e a quelle naturali devi avere tanta passione, determinazione, forza di volontà  e molto, moltissimo lavoro che si tramuta in  un dovere quotidiano che ti porta a migliorare sempre. Devi avere inoltre una forte consapevolezza ed umiltà per il ruolo che ricopri per essere sempre all’altezza delle situazioni.

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