Aeroporto Bari chiuso, Vico scrive ad Onesti (Adp): "Perchè traffico concentrato solo su Brindisi?"

BARI - Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dell’on. Ludovico Vico (Pd) al Presidente di Aeroporti di Puglia Tiziano Onesti.

Egr. Presidente
Ho appreso la notizia secondo la quale lo scalo aeroportuale di Bari resterà chiuso, per lavori di adeguamento, dal 28 febbraio al 9 marzo del 2018. Fonti giornalistiche riferiscono che per quelle date, Aeroporti di Puglia avrebbe deciso di delocalizzare il traffico aereo di Bari-Palese, facendo decollare ed atterrare i voli dall’aeroporto di Brindisi. Da quanto rilevato sul sito di Aeroporti di Puglia, per lo scalo brindisino si tratterebbe, quindi, di organizzare e gestire mediamente un totale di circa centro trenta voli giornalieri (novanta fra arrivi e partenze provenienti dallo spostamento de traffico aereo di Bari- Palese, più i quaranta che solitamente atterrano e decollano a e da Brindisi).
A tal proposito, gradirei conoscere per quali ragioni sia stato scelto solo lo scalo aeroportuale di Brindisi e perché, invece, non sia stato preso in considerazione quello di Taranto-Grottaglie che, come noto, già nel 1999 fu utilizzato in tal senso, se pur in circostanze differenti.
Un interrogativo, questo, che con me si pone anche la comunità ionica, da anni impegnata per l’attivazione dei voli civili dallo scalo grottagliese.
L’ipotesi di “dirottare” in quei dieci giorni parte del traffico dell’aeroporto di Bari-Palese sull’aeroporto di Taranto-Grottaglie, permetterebbe non solo di alleggerire lo scalo di Brindisi e del suo sovraccarico e di evitare l’eventuale sospensione di voli in quelle date, ma anche di sperimentare e valutare su Grottaglie la vocazione civile dell’Arlotta. Insieme alla cittadinanza ionica resto in attesa di un chiarimento.

1 Commenti

  1. Occorre che in virtù di una oculata proiezione, in termini economici si vadano a valutare i pro e i contro.
    Bisognerebbe evitare che il fuoco di paglia, che potrebbe immaginarsi da un'apertura transitoria, alimenti aspettative che nel tempo si tradurrebbero in un surplus di costi d’esercizio, privi di concreti vantaggi.
    Un'azione congiunta tra compagnie aeree, operatori turistici e forze produttive, consentirebbe di verificare il rapporto costi / benefici che dall’apertura in via continuativa dello scalo potrebbero derivare.
    Non bisogna dimenticare, infine, che l’attuale vocazione turistica della Puglia è prettamente estiva.
    E’ su questo aspetto che devono concentrarsi le sinergie del pubblico e privato.
    E’ dalla riscoperta delle feste, folclore, artigianato, prodotti della terra, tradizioni e usanze locali, che potrebbe scaturire un diversificato approccio e una rinnovata fruibilità turistica nell’arco dell’intero anno.
    Ringrazio per l’ospitalità - V.N. Scorrano

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