"Non è stata fatalità a Molfetta"

BARI (Reuters) - Non è stata una "fatalità" la morte dei cinque lavoratori impegnati a lavare un'autocisterna a Molfetta, ma è stata probabilmente dovuta a un "caso nuovo" che gli operai non conoscevano.
E' l'ipotesi tracciata dal procuratore capo di Trani, Nicola Barbera, che oggi ha parlato ai giornalisti a margine di un'audizione della Commissione d'inchiesta del Senato sugli infortuni sul lavoro.
"Io non parlerei di fatalità. Quantomeno c'è stata una scarsa attenzione a quelli che potevano essere i pericoli. Forse non erano conosciuti da chi li affrontava, Ci si può essere trovati di fronte a un caso nuovo di cui non erano a conoscenza. Nessuno vuole morire", ha aggiunto Barbera, uscendo dalla prefettura di Bari, dove sono iniziate stamattina le audizioni di Barbera, del sostituto Giuseppe Maralfa che coordina l'inchiesta, dei vertici di carabinieri e Vigili del Fuoco intervenuti sul posto la sera dell'incidente nonché dei responsabili di Inail, Asl e sindacati.
"Allo stato dovrei dire che il primo che poteva essere individuato come responsabile è deceduto, cioé il datore di lavoro. Per gli altri vedremo", ha risposto Barbera a chi gli chiedeva se l'inchiesta per omicidio colposo plurimo è contro ignoti.
Sulle misure di sicurezza messe in atto o meno dalla Truck Center, la società specializzata in lavaggi di cisterne coinvolta nel tragico incidente lunedì scorso, Barbera ha detto che "si sta accertando se c'erano o no, fino a che punto c'erano e se erano idonee per esercitare quella attività. Alcuni reperti li abbiamo già sequestrati, vedremo se erano sufficienti o meno".
Per fronteggiare il numero elevato di morti sul lavoro che ogni giorno avvengono in tutta Italia -- un operaio è morto oggi a Milano -- il consiglio dei ministri è chiamato oggi a varare un decreto legislativo per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.