BARI: CASSAZIONE, CONTRO PAPPALARDI SOLO SOSPETTI, SBAGLIATO INCARCERARLO
Sbagliato mettere in carcere Filippo Pappalardi, il padre dei due fratellini di Gravina in Puglia ritrovati privi di vita in un pozzo a distanza di due anni dalla loro sparizione, in quanto sul padre vi erano soltanto dei "meri sospetti". In questo modo la I sezione penale della Cassazione spiega il perche' lo scorso 27 maggio, accogliendo il ricorso della difesa di Pappalardi, ha annullato senza rinvio l'ordinanza del Tribunale della Liberta' di Bariche, lo scorso 13 dicembre, aveva confermato la legittimita' della custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari in relazione ai delitti di sequestro di persona, omicidio aggravato, occultamento di cadavere commessi in Gravina di Puglia il 5 giugno del 2006 in danno dei figli minori Ciccio e Tore. In particolare, la Suprema Corte dice chiaramente che "il complesso di meri sospetti concernenti le fasi immediatamente antecedenti alla scomparsa dei due fratellini non e' stato suffragato da dati obiettivi sulla presunta azione omicidiaria, dal rinvenimento dei corpi dei piccoli e da un valido movente sotteso alla commissione dei gravi reati". Una conclusione alla quale la Cassazione giunge sottolineando che non potevano certo ritenersi elementi validi per sostenere l'accusa e quindi l'incarcerazione di Pappalardi "il lamentato disagio dei bambini nella convivenza con il padre, il suo nucleo famigliare e l'estraneita' di Pappalardi alla cura e all'educazione dei figli". Ecco perche' la Suprema Corte sottolinea che "questa lacuna determina una grave e incolmabile carenza e frattura logica dell'iter argomentativo seguito dai giudici di merito, inidoneo a delineare un quadro accusatorio dotato di obiettiva valenza indiziante e a fondare un giudizio prognostico di responsabilita'".
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