Caso Tarantini, Greco: "Un castello in aria costruito dal pm Rossi contro di me"


BARI. In merito al rinvio a giudizio disposto oggi dal Gup del Tribunale di Bari, Marco Guida, l'on. Salvatore Greco, coordinatore regionale e consigliere regionale della Puglia prima di tutto, dichiara: «Accolgo con serenità questo provvedimento che il giudice stesso precisa non essere una "anticipata verifica della innocenza/colpevolezza". Non posso non notare come al dottor Guida siano bastate poco più di tre settimane per studiare e valutare oltre 90 faldoni e decine di migliaia di pagine di atti di indagine, così come non posso non notare l'ennesima anomalia del sistema giudiziario italiano per la quale oggi questo magistrato ha valutato il lavoro di un Pm, Roberto Rossi, che nel frattempo è candidato al Consiglio superiore della magistratura e che quindi, laddove eletto come pare sarà, si troverà nella posizione di chi a sua volta potrà valutare l'operato del Gup».

«Nel merito della inchiesta, poi, - afferma Greco - non posso non notare alcune evidenze:
- Le intercettazioni telefoniche disposte sulla mia utenza sono terminate a febbraio 2003, per cui non ci capisce come la Procura abbia potuto ritenere provato un mio qualsivoglia ruolo attivo se i fatti contestati sarebbero stati commessi tra la fine del 2003 e il 2004, mancandone la benché minima prova, agli atti;
- La maggioranza dei capi di accusa residuati alla dichiarazione di prescrizione, disposta nella udienza del 26 febbraio, riguardano l'acquisto di forniture della società Tecno Hospital, mentre a me viene contestato di essere stato "socio occulto" della società Gsh;
- Per tutto il corso della inchiesta, cominciata nel 1998 e terminata nel 2006, la Procura non ha mai ipotizzato un mio ruolo nella presunta associazione per delinquere che faceva capo ai fratelli Tarantini, salvo considerarmi loro "socio occulto" nella notifica di conclusione delle indagini del giugno 2009».

Infine, Greco sottolinea che, «quanto alla sentenza con cui il 26 febbraio scorso il Gup, Rosa Angela Nettis, ha dichiarato prescritta la stragrande maggioranza dei capi di accusa contestati», lui non ha «presentato ricorso per Cassazione, dal momento che il giudice avrebbe dovuto preliminarmente verificare se non ci fossero – come invece c'erano – elementi sufficienti per assolvermi. In conclusione, confido che durante il dibattimento ci sarà tempo e modo per sbugiardare il castello in aria costruito dal Pm Rossi, incongruente e senza alcuna possibilità di riscontro nei fatti».