Bari, Premio Tatarella: gli otto finalisti

di Nicola Zuccaro
Tre ore di intenso confronto dall'elevato spessore culturale hanno animato la mattinata di martedì 6 luglio 2010 a Palazzo di Città per la scelta degli otto finalisti che si contenderanno nelle rispettive sezioni la Tredicesima Edizione del Premio Letterario Città di Bari - Pinuccio Tatarella. Non sono mancate delle nette contrapposizioni fra i componenti della giuria scientifica presieduta dal prof. Walter Pedullà e dagli altri membri. Desta invece scalpore il rifiuto di Aldo Busi ad essere inserito nella rosa dei finalisti.
1. Strane cose domani di Raul Montanari ( ed. Baldini - Castoldi)
2. Stirpe di Marcello Fois ( ed. Einaudi).
3. Il libro della gioia perpetua di Emanuele Treu (ed. Rizzoli).
4. Sono comuni le cose degli amici di Matteo Nucci ( ed. Ponte).
5. Aaa! di Aldo Busi ( ed.Bompiani)* Dopo rifiuto dello scrittore sostituito con Meccanica Celeste di Maurizio Maggiani (ed. Feltrinelli)
Per la sezione saggistica ha prevalso il genere storico che vedrà concorrere i seguenti autori.
1. Lucio Villari, Bella e perduta. L'Italia del Risorgimento (ed. Laterza).
2. Sergio Luzzatto , Bon Bon Robespierre (ed. Einaudi)
3. Riccardo Chiaberge . Lo scisma ( ed. Longanesi).
Nel corso della selezione è stato proposto, inoltre, di istituire due premi speciali. Uno di carattere scientifico, che vedrà quale unico destinatario " Il dizionario gramsciano" scritto dai Prof.ri Voza e Liguori. Trattasi di un riconoscimento per la ricerca profusa dal Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari (rappresentata dalla preside prof.essa Grazia DiStaso) per il recupero del lessico ruotante attorno alla Figura di Antonio Gramsci. L'altro Premio è quello internazionale che si vorrebbe assegnare al già insignìto Premio Nobel Herta Muller. Scrittrice tedesca dalle rare doti umane e simbolo della sofferenza umana. Per quest'ultima si sono già attivati dei contatti per invitare a Bari la prestigiosa autrice.
Una selezione che all'insegna della trasparenza, poichè pubblica, individua nel premio letterario il terminale - come ha affermato il presidente Pedullà - di quel processo di produzione editoriale, e non solo, esclusivamente legato all'ingegno letterario. Da questa kermesse ha dichiarato ancora l'ex presidente della Rai, "emerge con estrema chiarezza che le culture negli ultimi lustri si sono rinnovate".