Il Battiti Live e la rivincita musicale del Sud

di Nicola Zuccaro
Nell'attuale periodo di recessione economica l'organizzazione di un evento musicale rappresentato dalla Terza edizione di Battiti Live è la risposta di come il Sud sappia organizzarsi con le proprie risorse economiche, radiotelevisive ed istituzionali senza dover chiedere l'aiuto a terzi. E' questo il filo conduttore ed il comune denominatore della conferenza stampa di presentazione di quello che è diventato un appuntamento fisso della musica leggera italiana tanto da sostituire il nordico (viste le sue origini ) Festival Bar, tenutasi nella mattinata di lunedì 5 guglio a Palazzo di Città.
Nel far gli onori da padrone di casa il sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ha introdotto così lo spirito dell'iniziativa che vedeva seduti al suo fianco il presidente della Provincia di Bari, Schittulli, il sindaco di Margherita di Savoia, l'on. Gabriella Carlucci, i sindaci di Bisceglie e di Matera, Spina e Adduce, e l'assessore alla Cultura del comune di Lecce ( del quale non ci sono giunte le generalità) in rappresentanza del sindaco Luigi Perrone, ed infine il sindaco di Corato, Petrone, in rappresentanza dell'Anci Puglia. Assieme ai partners della comunicazione e della finanza, quali Radionorba e Banca Popolare di Bari, hanno affermato la volontà di fare sistema pur nella diversità dei colori e delle appartenenze politiche-partitiche, chi espressione del centrosinistra e chi del centrodestra.
Un obiettivo comune che non è solo quello di ridare la credibilità delle istuzioni garantendo la gratuita fruibilità dell'ascolto musicale ai cittadini meno abbienti e non, ma di essere protagonisti attivi dello scenario politico, civile e sociale in un momento critico per la vita del paese. Come ha rimarcato il prof. Schittulli, la musica è quello strumento che può essere uno dei pochi se non l'unico elemento che può creare la pace e l'armonia tra gli uomini e non l'odio o, peggio, la violenza.
Da Bari parte anche l'ennesima crociata meridionalista indirizzata contro quel federalismo che intenderebbe reggersi solo sulle macroregioni, emarginando, di fatto, le province e i comuni che nei fatti risultano essere, checchè se ne scriva, l'inizio e la fine della vita sociale, politica, economica e culturale dell'Italia. E di questo nelle sedi istituzionali competenti bisognerà farsene una ragione.

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