BARI. "Non tornerò più a in Puglia". Con questo commento, dopo aver trascorso undici mesi agli arresti domiciliari nella sua casa romana, l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e' stato rimesso in liberta'. Lo ha deciso il gip del tribunale di Bari Vito Fanizzi accogliendo la richiesta avanzata nei giorni scorsi dai difensori dell'indagato, Nicola Quaranta e Nico D'Ascola.
In questo procedimento Tarantini e' accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso con altre cinque persone. L'imprenditore, dopo aver ricevuto nei mesi scorsi dalla procura la richiesta di processo con rito immediato, ha chiesto di patteggiare la pena a due anni e sei mesi di reclusione.