Barletta, speciale amministrative 2011: intervista a Fabio Lattanzio (La Puglia per Vendola)
di Nicola Ricchitelli. Un caloroso saluto a Fabio Lattanzio Presidente dell’Associazione “Fraternità per il diritto alla casa” – nonché esponente della Puglia per Vendola - con cui nel corso degli anni è stato protagonista di numerose battaglie legate al tema del diritto alla casa. Quando si combatte per l’affermazione di un diritto, questo implica che sia stato leso: in tal senso qual è la situazione a Barletta?
R: "Io penso che i dati parlino in maniera fin troppo chiara: in questi tra le 2500 e le 3000 famiglie hanno beneficiato del contributo per la locazione messo a disposizione dalla regione Puglia, su richiesta dell’amministrazione, per una spesa di circa 2 milioni di euro annui, che per cinque anni dell’ultima amministrazione porta ad un cifra che sfiora quasi 10 milioni di euro. Una cifra enorme, che avremmo a mio avviso potuto destinare ad altro, non certo perché andasse sottratta alle politiche abitative, ma perché avremmo potuto attraverso una programmazione differente, risparmiare, avendo ugualmente come obbiettivo il garantire il diritto all’abitare, forse anche ad un numero maggiore di famiglie, visto che gli sfratti sono in aumento e tantissime famiglie sono ancora lontane dal vedere il riconoscimento di un diritto, allo stesso tempo penso anche che le aspettative di un miglioramento della situazione attuale resteranno nei grandi numeri insoddisfatte".
D:Uno dei cardini su cui ha poggiato le proprie battaglie la tua Associazione è stato il progetto dell’autocostruzione, un progetto che seppur approvato con determina dirigenziale del Comune ad oggi vede l’assenza di un bando. Qual è la situazione in tal senso?
R: "Lo scorso anno proprio in questo periodo abbiamo firmato, dopo tre anni di lavoro, il primo protocollo d’intesa in Puglia per l’autocostruzione edile. Nel 2007 abbiamo presentato un progetto, con chiari riferimenti legislativi, che permettevano da subito l’insediamento e l’avvio del cantiere, poiché la nostra è un’associazione che porta alla formazione dopo l’assegnazione di una cooperativa edile di autocostruzione. L’amministrazione partiva da un’esigenza, ci dicevano di trasparenza, poiché non volevano far passare il messaggio in città che noi avessimo avuto una corsia preferenziale, per questo proponeva un bando, ed un modello tipo quello della 167, noi volevamo in primo luogo dimostrare che quel modello ha tanti limiti, non lo dico intermini polemici, al di là degli errori politici ed amministrativi commessi a Barletta. Resta come fatto che quella legge ha circa 30 anni, e penso sia arrivato il momento di riformarla. Nel nostro caso specifico io volevo salvaguardare due aspetti , ovviamente la trasparenza che deve essere garantita non solo a macchia di leopardo, e soprattutto la qualità abitativa. Io voglio chiaramente dimostrare che si possono fare di grande qualità, ad un giusto costo, poiché troppe volte il margine di guadagno d’imprese e cooperative è troppo elevato in relazione alla capacità di spesa di tanti cittadini. Presto renderemo pubblici tutti i dettagli, ma posso anche anticipare che siamo a lavoro perché la Puglia abbia anche una legge regionale per l’autocostruzione».
D: “Barletta cresce”: per molti campagna elettorale a spese dei cittadini barlettani, per il sindaco Maffei un progetto che basa il proprio principio sul dovere di comunicare ai cittadini barlettani quanto fatto (e non fatto) nel corso di questi cinque anni. Cosa è cambiato nel corso di questi cinque anni qui a Barletta? Cosa non è cambiato e quindi qual è il tuo voto a questi cinque anni di amministrazione Maffei?
R: "Maffei ha ereditato un’amministrazione comunale da un punto di vista finanziario sana. Salerno ha governato svolgendo una straordinaria attività amministrativa senza mandare il comune in dissenso finanziario. È nata la Bar.Sa. (quindi un investimento) abbiamo avuto la straordinaria promozione della Disfida, e poi ancora il parco letterario, il patto territoriale, atti politici amministrativi rilevanti quali la conferenza dei sindaci per la nuova provincia, tutti fatti ai quali bisognava dare continuità. Io penso in primo luogo che in quella fase il centro sinistra commise un grave errore ed orrore dirigenziale. I due contendenti alla carica di candidato erano Silvio Gannella e Nicola Maffei, (all’ora DS e Margherita e poi PD ) entrambi avevano avuto una posizione non certo critica nei confronti dei due mandati Salerno ma proprio di rottura,in più Nicola Maffei tutte le volte che si è candidato al consiglio comunale o provinciale ha sempre raccolto magri risultati, lui ha sempre avuto un ruolo politico da nominato come assessore o scelto dai vertici come dirigente. Dico questo perché? Se un dirigente politico regionale o nazionale non tiene conto di questi, aspetti, crea esattamente un caso come quello che abbiamo vissuto in questi anni. Infatti cosa succede, subito ed anche legittimamente il sindaco che s’insedia, pur appartenendo al centro sinistra, rivendica una discontinuità. Quello precedente non l’accetta, e per anni dobbiamo convivere con lo scontro quasi referendario di chi sta con uno e con l’atro e tutte le difficoltà amministrative e politiche naturali del caso diventano polemica, rimandata sulla stampa, ed i congressi e magari qualche elezione di mezzo, o le primarie diventano solo l’occasione per dimostrare chi è più forte. Sul piatto rimangono immani questioni di governo della città, temo per questo che non finisca qui e che le primarie vogliano nascondere prima e dare sfogo a questi conflitti, che sono presentati come umani ma sono tutti politici. Io penso che in quella fase nel 2005 non meritavano quella candidatura ne Maffei ne Giannella, proprio per le ragioni dette. Però oggi Maffei ha concluso un mandato amministrativo di cinque anni, in questo contesto storico difficilissimo e spesso senza un partito con degli dirigenti politici. Maffei ha fatto un lungo percorso anche umano, penso sia pronto forse più ora di prima. Caratterialmente lui lavora per i risultati a lungo termine, io penso beneficeremo di alcuni importanti atti amministrativi solo tra un decennio. Per questo ribadisco, ora la città decide se saranno cinque anni persi o reinvesti con grandi margini di benefici. Ma subito dobbiamo fare una riflessione sulla classe dirigente del centro sinistra e questo riguarda anche il sindaco ed il candidato sindaco. E mi consenta di porle una domanda. Lei è in grado di distinguere l’attività amministrativa da quella politica nella comunicazione di Maffei? Io penso ci sia un assenza. Ma questa è un'altra storia che possiamo affrontare in un’altra intervista".
D:In una tua lettera aperta pubblicata da una nota testata barlettana qualche giorno fa, dichiari quanto segue: "non si tratta solo di un voto amministrativo ma soprattutto di un voto politico, contro il peggior governo della storia repubblicana. Se non dovesse andare a casa, come ci auguriamo nei prossimi giorni, le amministrative di Maggio saranno un banco di prova per archiviare Berlusconi". Perché un voto contro il berlusconismo e non un voto alle idee? Non c’è il rischio che la questione del berlusconismo rischi di diventare una scusante alla carenza di idee e progetti che in questi ultimi anni ha attanagliato la sinistra italiano?
R: "Questo voto sarò molto politico perché ci sono aspetti politici oltre che amministrativi. La destra continua a fare tagli alle amministrazioni locali. Merita il voto per questo? No. Berlusconi c’immagina tutti meno cittadini e più consumatori, attenzione no qualità dei consumi, quindi consapevolezza , responsabilità etica. Ma semplicemente consumatori , persone indotte allo spreco. E noi dobbiamo ora chiedere hai cittadini se essere tali o solo consumatori. Io risponderò alla destra non a caso con un video che riguarda il consumo dell’acqua potabile. Che spero il centro sinistra voglia rendere subito praticabile ed inserire nel programma non solo di Barletta. Perdoni la mia solita arroganza , ma penso basti questo per accantonare il PDL ed il berlusconismo hai margini della politica. Ancora più importante sarà il referendum di giugno, soprattutto quello sull’acqua.
D: Inevitabilmente la nostra chiacchierata non può non toccare un momento che definirei addirittura storico per la politica barlettana, e quindi le primarie svoltesi qualche giorno fa nella città della Disfida. A fronte dei dati emersi, è bene parlare, così come dichiarato da Nicola Maffei, di spaccato di un centrosinistra che può continuare a governare la città con certezze, fiducia, e responsabilità, o di un centrosinistra spaccato cosi come è sembrato emergere dagli episodi del Teatro Curci?
R: "Io penso che abbiamo circa 10mila cittadini che si sentono coinvolti continuamente e con convinzione nel centro sinistra, ora lancio io una sfida a Maffei, Carpagnano (un uomo straordinariamente saggio, vorrei incontrarlo più spesso ) e Dicataldo. Ora facciamo le primarie delle idee, rimettiamoci a lavoro tutti per scrivere questo programma e facciamo che sia il popolo del centro sinistra ad esprimersi sulle priorità ed anche le modalità. Rendere quei tanti cittadini anche più di diecimila , penso al popolo dell’IDV che ufficialmente non partecipava , ma anche al mondo sindacale o dell’associazionismo, protagonisti di un nuovo centro sinistra. Magari con attraverso un’associazione politica, che ci raccolga tutti al di là dei partiti. Un unico contenitore politico , con Caracciolo, Pastore, Mennea, Maffei, Sabrina Salerno, Dicataldo, Dicorato (vediamo!!!) Franco Fucci, Sandro Attolico per citare i nome più conosciuti , ma penso a tutte quelle diecimila persone , tutte con in tasca la tessera ad una libera associazione per il centro sinistra, e vorrei tanto che guidassero quest’associazione magari i ragazzi dell’ARCI o di Democrazia delle Parole. Le dico vede uno come Tonino Carpagnano. Tonino è socialista, in un paese in cui quella classe dirigente è stata spazzata via dai magistrati di Milano, ed in cui quasi tutti i socialisti stanno con il centro destra , guidato ad un ex socialista. Un pezzo di sinistra, lui come altri per un periodo ha saputo e voluto rispondere al desiderio rivalsa verso la sinistra stando prima nei partiti di centro destra. Poi però è tornato, mi permetta l’espressione a casa. Lui e la sua generazione avrebbero potuto rendere maggioranza i nostri avversari, ma stanno con noi, e noi dobbiamo abbiamo bisogno di loro perché, quando questo paese smetterà di occuparsi solo dei problemi giudiziari del premier, ci resteranno tutti i problemi della giustizia, ed i socialisti liberali e riformisti come Tonino, saranno determinanti per affrontare i problemi dello stato, della giustizia come della sanità. Nella nostra città noi non abbiamo “anche i socialisti” come dice con disprezzo qualcuno, ma abbiamo una ricchezza politica variegata. Immagini quanto sarebbe bello un dibattito, fra Tonino Carpagnano, il giudice Messina (molto bella la sua intervista ) magari con le provocazione e le riflessioni di tanti giovani, tra questi Tommy Dibari, mio amico socialista liberale e Cosimo Matteucci dell’IDV che per vocazione adora occuparsi dei problemi della giustizia e del rapporto con questa".
D:Bene, siamo giunti oramai alla fine dell’intervista, cosa si aspetta in futuro Fabio Lattanzio dalla politica barlettana?
R: "Io continuerò ad impegnarmi sempre per e nella politica cittadina, come ho sempre fatto, condividendo idee e passione, offrendo spunti di confronto e dibattito. Altro impegno se si riferisce a quello da candidato. Per ora lo escludo, ci penserò solo se dovesse manifestare un interesse il candidato sindaco, poiché ho la consapevolezza che in tanti momenti ci siamo confrontati vivamente, che abbiamo tanti punti di vista differenti soprattutto sull’edilizia ed il rapporto con il mondo delle imprese e delle cooperative. Sono anche consapevole che la mia personalità spacca il più delle volte e divide il ceto politico e non voglio creare altre difficoltà a Maffei. Sicuramente m’impegnerò per sconfiggere Berlusconi a partire da Barletta".
R: "Io penso che i dati parlino in maniera fin troppo chiara: in questi tra le 2500 e le 3000 famiglie hanno beneficiato del contributo per la locazione messo a disposizione dalla regione Puglia, su richiesta dell’amministrazione, per una spesa di circa 2 milioni di euro annui, che per cinque anni dell’ultima amministrazione porta ad un cifra che sfiora quasi 10 milioni di euro. Una cifra enorme, che avremmo a mio avviso potuto destinare ad altro, non certo perché andasse sottratta alle politiche abitative, ma perché avremmo potuto attraverso una programmazione differente, risparmiare, avendo ugualmente come obbiettivo il garantire il diritto all’abitare, forse anche ad un numero maggiore di famiglie, visto che gli sfratti sono in aumento e tantissime famiglie sono ancora lontane dal vedere il riconoscimento di un diritto, allo stesso tempo penso anche che le aspettative di un miglioramento della situazione attuale resteranno nei grandi numeri insoddisfatte".
D:Uno dei cardini su cui ha poggiato le proprie battaglie la tua Associazione è stato il progetto dell’autocostruzione, un progetto che seppur approvato con determina dirigenziale del Comune ad oggi vede l’assenza di un bando. Qual è la situazione in tal senso?
R: "Lo scorso anno proprio in questo periodo abbiamo firmato, dopo tre anni di lavoro, il primo protocollo d’intesa in Puglia per l’autocostruzione edile. Nel 2007 abbiamo presentato un progetto, con chiari riferimenti legislativi, che permettevano da subito l’insediamento e l’avvio del cantiere, poiché la nostra è un’associazione che porta alla formazione dopo l’assegnazione di una cooperativa edile di autocostruzione. L’amministrazione partiva da un’esigenza, ci dicevano di trasparenza, poiché non volevano far passare il messaggio in città che noi avessimo avuto una corsia preferenziale, per questo proponeva un bando, ed un modello tipo quello della 167, noi volevamo in primo luogo dimostrare che quel modello ha tanti limiti, non lo dico intermini polemici, al di là degli errori politici ed amministrativi commessi a Barletta. Resta come fatto che quella legge ha circa 30 anni, e penso sia arrivato il momento di riformarla. Nel nostro caso specifico io volevo salvaguardare due aspetti , ovviamente la trasparenza che deve essere garantita non solo a macchia di leopardo, e soprattutto la qualità abitativa. Io voglio chiaramente dimostrare che si possono fare di grande qualità, ad un giusto costo, poiché troppe volte il margine di guadagno d’imprese e cooperative è troppo elevato in relazione alla capacità di spesa di tanti cittadini. Presto renderemo pubblici tutti i dettagli, ma posso anche anticipare che siamo a lavoro perché la Puglia abbia anche una legge regionale per l’autocostruzione».
D: “Barletta cresce”: per molti campagna elettorale a spese dei cittadini barlettani, per il sindaco Maffei un progetto che basa il proprio principio sul dovere di comunicare ai cittadini barlettani quanto fatto (e non fatto) nel corso di questi cinque anni. Cosa è cambiato nel corso di questi cinque anni qui a Barletta? Cosa non è cambiato e quindi qual è il tuo voto a questi cinque anni di amministrazione Maffei?
R: "Maffei ha ereditato un’amministrazione comunale da un punto di vista finanziario sana. Salerno ha governato svolgendo una straordinaria attività amministrativa senza mandare il comune in dissenso finanziario. È nata la Bar.Sa. (quindi un investimento) abbiamo avuto la straordinaria promozione della Disfida, e poi ancora il parco letterario, il patto territoriale, atti politici amministrativi rilevanti quali la conferenza dei sindaci per la nuova provincia, tutti fatti ai quali bisognava dare continuità. Io penso in primo luogo che in quella fase il centro sinistra commise un grave errore ed orrore dirigenziale. I due contendenti alla carica di candidato erano Silvio Gannella e Nicola Maffei, (all’ora DS e Margherita e poi PD ) entrambi avevano avuto una posizione non certo critica nei confronti dei due mandati Salerno ma proprio di rottura,in più Nicola Maffei tutte le volte che si è candidato al consiglio comunale o provinciale ha sempre raccolto magri risultati, lui ha sempre avuto un ruolo politico da nominato come assessore o scelto dai vertici come dirigente. Dico questo perché? Se un dirigente politico regionale o nazionale non tiene conto di questi, aspetti, crea esattamente un caso come quello che abbiamo vissuto in questi anni. Infatti cosa succede, subito ed anche legittimamente il sindaco che s’insedia, pur appartenendo al centro sinistra, rivendica una discontinuità. Quello precedente non l’accetta, e per anni dobbiamo convivere con lo scontro quasi referendario di chi sta con uno e con l’atro e tutte le difficoltà amministrative e politiche naturali del caso diventano polemica, rimandata sulla stampa, ed i congressi e magari qualche elezione di mezzo, o le primarie diventano solo l’occasione per dimostrare chi è più forte. Sul piatto rimangono immani questioni di governo della città, temo per questo che non finisca qui e che le primarie vogliano nascondere prima e dare sfogo a questi conflitti, che sono presentati come umani ma sono tutti politici. Io penso che in quella fase nel 2005 non meritavano quella candidatura ne Maffei ne Giannella, proprio per le ragioni dette. Però oggi Maffei ha concluso un mandato amministrativo di cinque anni, in questo contesto storico difficilissimo e spesso senza un partito con degli dirigenti politici. Maffei ha fatto un lungo percorso anche umano, penso sia pronto forse più ora di prima. Caratterialmente lui lavora per i risultati a lungo termine, io penso beneficeremo di alcuni importanti atti amministrativi solo tra un decennio. Per questo ribadisco, ora la città decide se saranno cinque anni persi o reinvesti con grandi margini di benefici. Ma subito dobbiamo fare una riflessione sulla classe dirigente del centro sinistra e questo riguarda anche il sindaco ed il candidato sindaco. E mi consenta di porle una domanda. Lei è in grado di distinguere l’attività amministrativa da quella politica nella comunicazione di Maffei? Io penso ci sia un assenza. Ma questa è un'altra storia che possiamo affrontare in un’altra intervista".
D:In una tua lettera aperta pubblicata da una nota testata barlettana qualche giorno fa, dichiari quanto segue: "non si tratta solo di un voto amministrativo ma soprattutto di un voto politico, contro il peggior governo della storia repubblicana. Se non dovesse andare a casa, come ci auguriamo nei prossimi giorni, le amministrative di Maggio saranno un banco di prova per archiviare Berlusconi". Perché un voto contro il berlusconismo e non un voto alle idee? Non c’è il rischio che la questione del berlusconismo rischi di diventare una scusante alla carenza di idee e progetti che in questi ultimi anni ha attanagliato la sinistra italiano?
R: "Questo voto sarò molto politico perché ci sono aspetti politici oltre che amministrativi. La destra continua a fare tagli alle amministrazioni locali. Merita il voto per questo? No. Berlusconi c’immagina tutti meno cittadini e più consumatori, attenzione no qualità dei consumi, quindi consapevolezza , responsabilità etica. Ma semplicemente consumatori , persone indotte allo spreco. E noi dobbiamo ora chiedere hai cittadini se essere tali o solo consumatori. Io risponderò alla destra non a caso con un video che riguarda il consumo dell’acqua potabile. Che spero il centro sinistra voglia rendere subito praticabile ed inserire nel programma non solo di Barletta. Perdoni la mia solita arroganza , ma penso basti questo per accantonare il PDL ed il berlusconismo hai margini della politica. Ancora più importante sarà il referendum di giugno, soprattutto quello sull’acqua.
D: Inevitabilmente la nostra chiacchierata non può non toccare un momento che definirei addirittura storico per la politica barlettana, e quindi le primarie svoltesi qualche giorno fa nella città della Disfida. A fronte dei dati emersi, è bene parlare, così come dichiarato da Nicola Maffei, di spaccato di un centrosinistra che può continuare a governare la città con certezze, fiducia, e responsabilità, o di un centrosinistra spaccato cosi come è sembrato emergere dagli episodi del Teatro Curci?
R: "Io penso che abbiamo circa 10mila cittadini che si sentono coinvolti continuamente e con convinzione nel centro sinistra, ora lancio io una sfida a Maffei, Carpagnano (un uomo straordinariamente saggio, vorrei incontrarlo più spesso ) e Dicataldo. Ora facciamo le primarie delle idee, rimettiamoci a lavoro tutti per scrivere questo programma e facciamo che sia il popolo del centro sinistra ad esprimersi sulle priorità ed anche le modalità. Rendere quei tanti cittadini anche più di diecimila , penso al popolo dell’IDV che ufficialmente non partecipava , ma anche al mondo sindacale o dell’associazionismo, protagonisti di un nuovo centro sinistra. Magari con attraverso un’associazione politica, che ci raccolga tutti al di là dei partiti. Un unico contenitore politico , con Caracciolo, Pastore, Mennea, Maffei, Sabrina Salerno, Dicataldo, Dicorato (vediamo!!!) Franco Fucci, Sandro Attolico per citare i nome più conosciuti , ma penso a tutte quelle diecimila persone , tutte con in tasca la tessera ad una libera associazione per il centro sinistra, e vorrei tanto che guidassero quest’associazione magari i ragazzi dell’ARCI o di Democrazia delle Parole. Le dico vede uno come Tonino Carpagnano. Tonino è socialista, in un paese in cui quella classe dirigente è stata spazzata via dai magistrati di Milano, ed in cui quasi tutti i socialisti stanno con il centro destra , guidato ad un ex socialista. Un pezzo di sinistra, lui come altri per un periodo ha saputo e voluto rispondere al desiderio rivalsa verso la sinistra stando prima nei partiti di centro destra. Poi però è tornato, mi permetta l’espressione a casa. Lui e la sua generazione avrebbero potuto rendere maggioranza i nostri avversari, ma stanno con noi, e noi dobbiamo abbiamo bisogno di loro perché, quando questo paese smetterà di occuparsi solo dei problemi giudiziari del premier, ci resteranno tutti i problemi della giustizia, ed i socialisti liberali e riformisti come Tonino, saranno determinanti per affrontare i problemi dello stato, della giustizia come della sanità. Nella nostra città noi non abbiamo “anche i socialisti” come dice con disprezzo qualcuno, ma abbiamo una ricchezza politica variegata. Immagini quanto sarebbe bello un dibattito, fra Tonino Carpagnano, il giudice Messina (molto bella la sua intervista ) magari con le provocazione e le riflessioni di tanti giovani, tra questi Tommy Dibari, mio amico socialista liberale e Cosimo Matteucci dell’IDV che per vocazione adora occuparsi dei problemi della giustizia e del rapporto con questa".
D:Bene, siamo giunti oramai alla fine dell’intervista, cosa si aspetta in futuro Fabio Lattanzio dalla politica barlettana?
R: "Io continuerò ad impegnarmi sempre per e nella politica cittadina, come ho sempre fatto, condividendo idee e passione, offrendo spunti di confronto e dibattito. Altro impegno se si riferisce a quello da candidato. Per ora lo escludo, ci penserò solo se dovesse manifestare un interesse il candidato sindaco, poiché ho la consapevolezza che in tanti momenti ci siamo confrontati vivamente, che abbiamo tanti punti di vista differenti soprattutto sull’edilizia ed il rapporto con il mondo delle imprese e delle cooperative. Sono anche consapevole che la mia personalità spacca il più delle volte e divide il ceto politico e non voglio creare altre difficoltà a Maffei. Sicuramente m’impegnerò per sconfiggere Berlusconi a partire da Barletta".
