Porto a Marina di Pulsano: Sel boccia progetto
di Dario Durante. Continua a far discutere la realizzazione di un porto a Marina di Pulsano, in provincia di Taranto, in località Villaverde. A bocciare il progetto è il circolo di “Sinistra, Ecologia e Libertà ” che contesta decisamente la scelta dell’ubicazione e i dati tecnici dell’opera che, secondo le intenzioni dell’attuale amministrazione, dovrebbe risollevare le sorti dell’economia turistica pulsanese.
Accanto ai danni ambientali, tra i quali l’erosione delle spiagge limitrofe per la variazione delle correnti marine, Sel sottolinea la mancanza di una programmazione ben definita per inserire il porto in un complessivo sistema di nuovi servizi turistici e di viabilità , impossibile da creare in una zona già ad alta concentrazione abitativa ed edilizia.
Per il segretario sezionale D’Amato, l’opera, pensata senza aver ascoltato la cittadinanza, privilegia un turismo d’elite, con scarsi benefici occupazionali e con una dubbia operazione economica di project financing.
I dirigenti del partito, quindi, hanno proposto di abbandonare l’attuale progetto e di posizionare il porto più a sud, in località Terra Rossa (ai confini con l’isola amministrativa di Taranto), possibilità peraltro prevista nel Piano Urbanistico Generale, consentendo così di creare in un area attualmente abbandonata un sistema produttivo basato sull’artigianato e pesca locale, ristorazione di qualità , maggiori attracchi per imbarcazioni a vela.
Da Legambiente, però, fanno sapere che l’alternativa indicata è già stata respinta da parte degli uffici tecnici regionali pugliesi. L’area, infatti, è zona SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e presenta tracce archeologiche.
Insomma, il progetto del porto si va configurando sempre più come un rompicapo.
Accanto ai danni ambientali, tra i quali l’erosione delle spiagge limitrofe per la variazione delle correnti marine, Sel sottolinea la mancanza di una programmazione ben definita per inserire il porto in un complessivo sistema di nuovi servizi turistici e di viabilità , impossibile da creare in una zona già ad alta concentrazione abitativa ed edilizia.
Per il segretario sezionale D’Amato, l’opera, pensata senza aver ascoltato la cittadinanza, privilegia un turismo d’elite, con scarsi benefici occupazionali e con una dubbia operazione economica di project financing.
I dirigenti del partito, quindi, hanno proposto di abbandonare l’attuale progetto e di posizionare il porto più a sud, in località Terra Rossa (ai confini con l’isola amministrativa di Taranto), possibilità peraltro prevista nel Piano Urbanistico Generale, consentendo così di creare in un area attualmente abbandonata un sistema produttivo basato sull’artigianato e pesca locale, ristorazione di qualità , maggiori attracchi per imbarcazioni a vela.
Da Legambiente, però, fanno sapere che l’alternativa indicata è già stata respinta da parte degli uffici tecnici regionali pugliesi. L’area, infatti, è zona SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e presenta tracce archeologiche.
Insomma, il progetto del porto si va configurando sempre più come un rompicapo.
