Bitetto tra storia e religione

di Vittorio Polito. Il passaggio di Giacomo in Puglia fu favorito dal fatto che «alcuni mercanti del suo paese che risiedevano da queste parti», arrivato in Puglia, a Bitetto, incontra il convento di San Francesco. Attirato dall’ideale del Santo di Assisi, Giacomo vestì l’abito francescano proprio a Bitetto, attorno al 1437 o giù di lì.
La presenza del frate laico nel convento bitettese può considerarsi certa sino al 1463, anno in cui, fondato il convento francescano di S. Pietro a Bari, potrebbe qui aver dimorato come vorrebbe la tradizione. Dopo il 1469, anno di fondazione del convento di Santa Maria degli Angeli, il beato Giacomo fu certamente a Cassano cui lo legano alcuni episodi tramandati dalla devozione popolare. Tra questi la presenza di un cipresso, ancor oggi visibile nel lato nord del convento, che si vorrebbe piantato dal nostro frate o l’aneddoto della costruzione di “sette casubbole o trulli”! ove fra Giacomo “ogni notte vi faceva le stazioni in onore delle sette chiese di Roma”.
Ogni anno, in occasione del festeggiamenti in onore del Beato Giacomo, che nacque a Zara intorno al 1400, si rinnova l’appuntamento per quanti in Italia e all’estero guardano al Beato come proprio protettore e benefattore.
In questo periodo la cittadina diventa scenario d’altri tempi. Viene allestito per l’occasione un mercato medievale con botteghe, taverne all’aperto, sellai, stagnini, venditori che offrono i prodotti della terra e, alla fine della manifestazione, l’espositore più fedele alla realtà storica, vince il Palio che conserverà fino all’anno successivo.
A Bitetto viene realizzata la rievocazione storica medievale organizzata dall’Associazione Pro Loco Juvenilia Vitetum, nella città del Beato Giacomo, quel frate poverello che per tanti anni ha fatto la questua col caldo e col freddo confortando con tanto amore afflitti e ammalati. I costumi, disegnati e realizzati dalla prof.ssa Rita Faure in collaborazione con un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari, testimoniano l’alto livello raggiunto ed esprimono le contraddizioni sociali dell’epoca: il fasto della nobiltà, la discrezione della borghesia, la semplicità dei popolani.
Il 25 aprile si svolge solitamente il mercato medievale dislocato per le vie del centro storico. Il primo maggio è dedicato, invece, al Corteo storico, rievocativo del ringraziamento del Duca Andrea Matteo Acquaviva, Conte di Conversano e Duca d’Atri, a Frà Giacomo Varingez, questuante, ortolano e cuciniere. Il Duca Acquaviva, uomo dalle mille attività, si presentava come esperto d’armi, uomo spietato e dedito ad accumulare ricchezze, uomo molto religioso, figlio premuroso, marito affettuoso, ma anche torturatore e giustiziere verso coloro che non accettavano il suo dominio.
Egli partecipò alla congiura del 1485 che vide quasi tutti i Baroni contro il Re Ferdinando, che aveva ridotto drasticamente i privilegi dei nobili e imposto nuove tasse per finanziare le guerre che vedevano coinvolto il Regno. Quando Alfonso, figlio del Re e Duca di Calabria gli diede la caccia, Andrea Matteo Acquaviva si rivolse umilmente a Frà Giacomo per avere consigli. Il Frate, puntualmente suggerì il da farsi e predisse anche che sarebbe stato padre.
Il primo maggio alle 16,30 ritorna l’appuntamento con il Rinascimento a Bitetto e con l’Arte del Costume. La rievocazione ripropone lo storico incontro del Duca d’Atri, Signore di Bitetto, Andrea Matteo Acquaviva, con fra Giacomo, che gli aveva predetto salva la vita nonostante la sua partecipazione alla Congiura dei Baroni contro il Reggente. La parata si compone di figuranti vestiti con costumi che riproducono fedelmente quelli d’epoca rinascimentale (la datazione storicamente fissata è il 1487) e magnificamente realizzati da professionisti accademici soci o collaboratori dell’associazione. Al Corteo partecipano musici, gruppi specializzati in animazione tardo medioevale, sbandieratori e artisti di strada che ravvivano il percorso della parata per le strade principali del paese. Ulteriore elemento scenico, interamente realizzato dai soci della Pro Loco, è il carro nobiliare, che conduce i personaggi della corte ducale e contribuisce ad arricchire e rendere sempre più unico il Corteo.