Barletta, speciale amministrative 2011: intervista a Bruno Lattanzio (Pd)
di Nicola Ricchitelli. «Credo che ci sia bisogno di guardare indistintamente al passato, al presente ed al futuro: al passato per conoscerlo e per evitare gli errori già commessi, al presente perché abbiamo bisogno di credere in qualcosa che ci dia la spinta per andare avanti, ed al futuro perché il nostro obiettivo dev’essere sempre quello di lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo anche solo un po’ migliore rispetto a quello che noi abbiamo trovato». Un saluto a… ospite quest’oggi di Giornale di Puglia Bruno Lattanzio - Segretario dei Giovani Democratici di Barletta - giovane venticinquenne candidato del Partito Democratico. Come al solito una chiacchierata che tocca diversi argomenti, in primis il suo programma elettorale che poggia le basi su argomenti quali turismo, (soluzione dei problemi ambientali della costa, sviluppo del porto, polo turistico balneare, nautico, culturale) energie rinnovabili, il sociale(facendo sì che l'Amministrazione prenda a cuore le situazioni del sempre crescente numero di famiglie in difficoltà), senza trascurare però le attività che sinora hanno sorretto e sorreggono la nostra economia, quali l'industria, il commercio e l'agricoltura.
D:Un saluto da Giornale di Puglia a Bruno Lattanzio – giovane candidato al consiglio comunale del Partito Democratico – già segretario Segretario dei Giovani Democratici di Barletta. Signor Lattanzio, quanto è stata importante l’esperienza nel movimento giovanile e cosa ti ha insegnato?
R:« Sarò di parte, ma posso dire che l’esperienza della giovanile di partito è stata altamente qualificante e formativa. Innanzitutto è stato un modo per confrontarsi con tanti altri ragazzi con i quali condivido domande, problemi ed aspettative. Poi è stata una palestra politica che mi ha insegnato molto e, allo stesso tempo, mi ha permesso un approccio più “soft” alla vita di partito vera e propria. Ripeto, un’esperienza da provare, che consiglierei a tutti i ragazzi che si avvicinano alla politica».
D:Signor Lattanzio la solita e scontata domanda: quali i motivi della sua candidatura, ma soprattutto cosa ha da dare Bruno Lattanzio alla politica?
R:« La domanda non è scontata, tutt’altro! Innanzitutto c’è da specificare che la mia è una candidatura seria e ponderata: non è stata né un capriccio personale né un colpo di testa, si corre per vincere. Poi, assieme ad una mia volontà di base di candidarmi, c’è alle spalle un ragionamento di gruppo: con i ragazzi dei Giovani Democratici di Barletta abbiamo capito che è l’ora di mettersi in gioco, di portare in Consiglio Comunale anche la voce dei tanti ragazzi e delle tante ragazze barlettane. Alcuni dicono che a 25 anni si è troppo giovani per questa sfida: io dico che Bruno Lattanzio è sì giovane, ma anche abbastanza maturo da non sottrarsi alle responsabilità civili e per portare tutte le istanze della cittadinanza nelle sedi decisionali».
D:Signor Lattanzio, ci esponga in sintesi i punti cui poggia il suo programma amministrativo.
R:« A Barletta ci sono stati quelli che io amo definire “periodi economici”: quello del tessile-calzaturirero negli anni ’80-inizi anni ‘90 messo in crisi dalla concorrenza dell’Est, quello dell’edilizia negli anni ’90-inizio anni 2000, ormai portato alla saturazione: ora, secondo me, è il momento di puntare sul Turismo. Anche se, ovviamente, da solo non può bastare…
Pur tuttavia, per ipotizzare di puntare su questi obbiettivi bisogna innanzitutto creare i presupposti indispensabili e cioè: la formazione adeguata di professionalità idonee; una cultura dell’accoglienza del turista; completamento del risanamento del Centro Storico, comprese le proprietà private. Se si vuole sfruttare la risorsa Mare bisogna creare strutture accoglienti a basso impatto ambientale; ma, presupposto fondamentale è il risanamento della costa (Levante e Ponente), a partire dalla qualità delle acque dell’Ofanto, la delocalizzazione dell’Impianto di depurazione con tutta la Condotta sottomarina, con un loro costante monitoraggio; il risanamento degli scarichi a mare; la bonifica e messa in sicurezza del Canale Ciappetta-Camaggio; l’agognata sistemazione del Porto, mediante il prolungamento del Molo di Ponente ed il dragaggio del bacino portuale; senza, infine, dimenticare la costruzione del Porto Turistico».
D:Signor Lattanzio quali sono i suoi modelli politici e cosa si aspetta dalla politica?
R: I modelli politici sarebbero tanti: partendo da grandi uomini del passato come Moro e Berlinguer, fino al recentissimo quanto accattivante Barack Obama, simbolo di un vero cambiamento sotto tutti i punti di vista. Credo che ci sia bisogno di guardare indistintamente al passato, al presente ed al futuro: al passato per conoscerlo e per evitare gli errori già commessi, al presente perché abbiamo bisogno di credere in qualcosa che ci dia la spinta per andare avanti ed al futuro perché il nostro obiettivo dev’essere sempre quello di lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo anche solo un po’ migliore rispetto a quello che noi abbiamo trovato. Per questo non posso dirvi cosa mi aspetto dalla politica per me, ma posso dirvi cosa mi aspetto dalla politica in generale: che tuteli sempre il bene comune e non quello personale o di pochi eletti; che, per quanto riguarda la politica locale, contribuisca allo sviluppo di Barletta, del suo territorio e al benessere dei Barlettani».
D:La prima campagna elettorale sarà da farsi, forse, prima di tutto tra l’elettorato del PD. In cosa si distingue Bruno Lattanzio da altri candidati del PD?
R: Io credo che il Partito abbia selezionato con ponderatezza i propri candidati Consiglieri, a cui guardo con rispetto, offrendo il meglio di sé. Per quanto mi riguarda, posso dire innanzitutto di avere la freschezza e la voglia di fare di un ragazzo di 25 anni, cosa non comune in questo Paese ormai gerontocratico, e poi di avere le idee chiare, di avere la limpidezza degli intenti, di essere leale e rispettoso con chi lo è, di essere “con” e non “contro”, e di voler operare in un gioco di squadra che faccia sistema per dare il miglior supporto possibile al Sindaco Maffei».
D:Si stanno concludendo questi cinque anni di amministrazione Maffei. Dal tuo punto di vista cosa ci lascia in eredità questa amministrazione nel bene e nel male e che voto ne diamo?
R:«Barletta sta vedendo un progresso lento ma continuo e costante che, secondo me, solo nel secondo mandato del Sindaco Maffei potrà vedere realizzati appieno i suoi progetti: unanimemente il secondo mandato è quello in cui si raccolgono i frutti di quel che di buono si è fatto nel primo.
E fino ad oggi l’Amministrazione, almeno, non può essere tacciata di aver trascurato la città: ha promosso le bellezze della nostra Città, ma ha anche cercato di attirare turismo con mostre, rassegne e manifestazioni culturali, anche di carattere nazionale ed internazionale, rivalutando enormemente la Pinacoteca ; è venuta incontro ai problemi della cittadinanza attuando due “Piani sociali di zona”; non ha mai trascurato il commercio e le attività produttive; ed infine è stata all’avanguardia su molti temi dell’edilizia urbana come il PUG, l’autocostruzione, il Piano Strategico di Area Vasta Vision 2020 e l’edilizia popolare. Ora verrà il momento, per la cittadinanza, di appropriarsi anche di progetti in divenire quali il Waterfront, la soppressione dei passaggi a livello, l’orto botanico, la piscina comunale, l’attuazione del Contratto di Quartiere Borgovilla-Patalini…
Comunque, i meriti e i demeriti dell’operato di questa Amministrazione vanno sapientemente ascritti a Maffei, ai componenti che si sono avvicendati nella Giunta, a tutti i Consiglieri e ai Partiti.
Voto: 7».
D:Cosa direbbe a quei giovani come lei, che in cambio di 50 euro (in caso di vittoria, o altrimenti 30 euro) vendono il proprio voto?
R:«Dico che non si può barattare il più alto diritto democratico di cittadino e la propria dignità con 30 denari e che chi ha corrotto per avere il voto oggi sarà un corrotto e un corruttibile domani: ve la sentite davvero di affidare il futuro della vostra città nelle mani di questi “signori”?».
D:Tanti candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Perché votare Bruno Lattanzio al Consiglio Comunale?
R:« Perché Bruno Lattanzio non è solo giovane, ma ha anche già una solida esperienza di Partito alle spalle; perché so di essere deciso e determinato; perché ho voglia e capacità di proporre e di operare e di voler lavorare con quanti vorranno farlo con la mia stessa passione. Inoltre, sono convinto che ci sia bisogno di un ritorno all’ascolto: perché, secondo me, per saper proporre compiutamente bisogna innanzitutto saper ascoltare le proposte, le istanze, i suggerimenti, le idee ed i bisogni della gente».
D:Un saluto da Giornale di Puglia a Bruno Lattanzio – giovane candidato al consiglio comunale del Partito Democratico – già segretario Segretario dei Giovani Democratici di Barletta. Signor Lattanzio, quanto è stata importante l’esperienza nel movimento giovanile e cosa ti ha insegnato?
R:« Sarò di parte, ma posso dire che l’esperienza della giovanile di partito è stata altamente qualificante e formativa. Innanzitutto è stato un modo per confrontarsi con tanti altri ragazzi con i quali condivido domande, problemi ed aspettative. Poi è stata una palestra politica che mi ha insegnato molto e, allo stesso tempo, mi ha permesso un approccio più “soft” alla vita di partito vera e propria. Ripeto, un’esperienza da provare, che consiglierei a tutti i ragazzi che si avvicinano alla politica».
D:Signor Lattanzio la solita e scontata domanda: quali i motivi della sua candidatura, ma soprattutto cosa ha da dare Bruno Lattanzio alla politica?
R:« La domanda non è scontata, tutt’altro! Innanzitutto c’è da specificare che la mia è una candidatura seria e ponderata: non è stata né un capriccio personale né un colpo di testa, si corre per vincere. Poi, assieme ad una mia volontà di base di candidarmi, c’è alle spalle un ragionamento di gruppo: con i ragazzi dei Giovani Democratici di Barletta abbiamo capito che è l’ora di mettersi in gioco, di portare in Consiglio Comunale anche la voce dei tanti ragazzi e delle tante ragazze barlettane. Alcuni dicono che a 25 anni si è troppo giovani per questa sfida: io dico che Bruno Lattanzio è sì giovane, ma anche abbastanza maturo da non sottrarsi alle responsabilità civili e per portare tutte le istanze della cittadinanza nelle sedi decisionali».
D:Signor Lattanzio, ci esponga in sintesi i punti cui poggia il suo programma amministrativo.
R:« A Barletta ci sono stati quelli che io amo definire “periodi economici”: quello del tessile-calzaturirero negli anni ’80-inizi anni ‘90 messo in crisi dalla concorrenza dell’Est, quello dell’edilizia negli anni ’90-inizio anni 2000, ormai portato alla saturazione: ora, secondo me, è il momento di puntare sul Turismo. Anche se, ovviamente, da solo non può bastare…
Pur tuttavia, per ipotizzare di puntare su questi obbiettivi bisogna innanzitutto creare i presupposti indispensabili e cioè: la formazione adeguata di professionalità idonee; una cultura dell’accoglienza del turista; completamento del risanamento del Centro Storico, comprese le proprietà private. Se si vuole sfruttare la risorsa Mare bisogna creare strutture accoglienti a basso impatto ambientale; ma, presupposto fondamentale è il risanamento della costa (Levante e Ponente), a partire dalla qualità delle acque dell’Ofanto, la delocalizzazione dell’Impianto di depurazione con tutta la Condotta sottomarina, con un loro costante monitoraggio; il risanamento degli scarichi a mare; la bonifica e messa in sicurezza del Canale Ciappetta-Camaggio; l’agognata sistemazione del Porto, mediante il prolungamento del Molo di Ponente ed il dragaggio del bacino portuale; senza, infine, dimenticare la costruzione del Porto Turistico».
D:Signor Lattanzio quali sono i suoi modelli politici e cosa si aspetta dalla politica?
R: I modelli politici sarebbero tanti: partendo da grandi uomini del passato come Moro e Berlinguer, fino al recentissimo quanto accattivante Barack Obama, simbolo di un vero cambiamento sotto tutti i punti di vista. Credo che ci sia bisogno di guardare indistintamente al passato, al presente ed al futuro: al passato per conoscerlo e per evitare gli errori già commessi, al presente perché abbiamo bisogno di credere in qualcosa che ci dia la spinta per andare avanti ed al futuro perché il nostro obiettivo dev’essere sempre quello di lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo anche solo un po’ migliore rispetto a quello che noi abbiamo trovato. Per questo non posso dirvi cosa mi aspetto dalla politica per me, ma posso dirvi cosa mi aspetto dalla politica in generale: che tuteli sempre il bene comune e non quello personale o di pochi eletti; che, per quanto riguarda la politica locale, contribuisca allo sviluppo di Barletta, del suo territorio e al benessere dei Barlettani».
D:La prima campagna elettorale sarà da farsi, forse, prima di tutto tra l’elettorato del PD. In cosa si distingue Bruno Lattanzio da altri candidati del PD?
R: Io credo che il Partito abbia selezionato con ponderatezza i propri candidati Consiglieri, a cui guardo con rispetto, offrendo il meglio di sé. Per quanto mi riguarda, posso dire innanzitutto di avere la freschezza e la voglia di fare di un ragazzo di 25 anni, cosa non comune in questo Paese ormai gerontocratico, e poi di avere le idee chiare, di avere la limpidezza degli intenti, di essere leale e rispettoso con chi lo è, di essere “con” e non “contro”, e di voler operare in un gioco di squadra che faccia sistema per dare il miglior supporto possibile al Sindaco Maffei».
D:Si stanno concludendo questi cinque anni di amministrazione Maffei. Dal tuo punto di vista cosa ci lascia in eredità questa amministrazione nel bene e nel male e che voto ne diamo?
R:«Barletta sta vedendo un progresso lento ma continuo e costante che, secondo me, solo nel secondo mandato del Sindaco Maffei potrà vedere realizzati appieno i suoi progetti: unanimemente il secondo mandato è quello in cui si raccolgono i frutti di quel che di buono si è fatto nel primo.
E fino ad oggi l’Amministrazione, almeno, non può essere tacciata di aver trascurato la città: ha promosso le bellezze della nostra Città, ma ha anche cercato di attirare turismo con mostre, rassegne e manifestazioni culturali, anche di carattere nazionale ed internazionale, rivalutando enormemente la Pinacoteca ; è venuta incontro ai problemi della cittadinanza attuando due “Piani sociali di zona”; non ha mai trascurato il commercio e le attività produttive; ed infine è stata all’avanguardia su molti temi dell’edilizia urbana come il PUG, l’autocostruzione, il Piano Strategico di Area Vasta Vision 2020 e l’edilizia popolare. Ora verrà il momento, per la cittadinanza, di appropriarsi anche di progetti in divenire quali il Waterfront, la soppressione dei passaggi a livello, l’orto botanico, la piscina comunale, l’attuazione del Contratto di Quartiere Borgovilla-Patalini…
Comunque, i meriti e i demeriti dell’operato di questa Amministrazione vanno sapientemente ascritti a Maffei, ai componenti che si sono avvicendati nella Giunta, a tutti i Consiglieri e ai Partiti.
Voto: 7».
D:Cosa direbbe a quei giovani come lei, che in cambio di 50 euro (in caso di vittoria, o altrimenti 30 euro) vendono il proprio voto?
R:«Dico che non si può barattare il più alto diritto democratico di cittadino e la propria dignità con 30 denari e che chi ha corrotto per avere il voto oggi sarà un corrotto e un corruttibile domani: ve la sentite davvero di affidare il futuro della vostra città nelle mani di questi “signori”?».
D:Tanti candidati sindaci, ma sarà ben più numeroso l’esercito degli aspiranti al consiglio comunale. Perché votare Bruno Lattanzio al Consiglio Comunale?
R:« Perché Bruno Lattanzio non è solo giovane, ma ha anche già una solida esperienza di Partito alle spalle; perché so di essere deciso e determinato; perché ho voglia e capacità di proporre e di operare e di voler lavorare con quanti vorranno farlo con la mia stessa passione. Inoltre, sono convinto che ci sia bisogno di un ritorno all’ascolto: perché, secondo me, per saper proporre compiutamente bisogna innanzitutto saper ascoltare le proposte, le istanze, i suggerimenti, le idee ed i bisogni della gente».
