“A Dubai ennesimo sperpero di Vendola. Non si può continuare così"

BARI. “L’incredibile vicenda di Dubai, laddove 27 mila euro della Regione Puglia sono rimasti abbandonati a sé stessi in uno stand dell’ “Arabian travel market”, con il risultato di contribuire a promuovere il richiamo turistico delle Dolomiti, conferma comunque la straordinaria attitudine della nostra Assessora all’Ideologia ed alle Fabbriche di Nichi allo sperpero sistematico di denaro dei cittadini pugliesi". Lo ha detto in una nota il Presidente del Gruppo Consiliare PDL alla Regione Puglia Rocco Palese.
"Uno spreco infinito, - sottolinea Palese - nella più inqualificabile carenza anche dei più elementari controlli, rispetto al quale da sei anni lanciamo continuamente quanto inutilmente denunce circostanziate (ultime, quelle delle scorse settimane su “Puglia events” e sul concerto dell’1 maggio)".
"Ove si pensi - spiega Palese - che soltanto l’occasionale passaggio di un imprenditore pugliese, Giuseppe Pagliara, ha consentito di conoscere quest’ultima sconcezza, non è difficile immaginare quante altre l’allegra gestione della Giunta Vendola ha consentito senza che se ne accorgesse nessuno. Né ci commuovono gli immancabili tentativi di scaricare su altri responsabilità di fatti che non sarebbero dovuti accadere, in uno scarica-barile che non ci convince affatto, e per il quale chiediamo comunque che si proceda ad una verifica concreta attraverso una formale denuncia.
La verità è che è sempre più immorale che ci sia una sorta di “zona franca” nella quale ogni spreco ed ogni regalia siano consentiti, e restano sistematicamente impunibili.
Sulla gestione delle risorse della Regione, caratterizzata da sperperi e regalie, forse è il momento che il Consiglio si occupi approfonditamente. Cominciano ad essere troppe infatti - conclude il politico leccese - le inquietanti domande che attendono risposte esaustive, e non soltanto sprezzanti quanto elusive manifestazioni di una intollerabile, cronica supponenza, all’insegna della certezza dell’impunità. Certamente così non si può continuare”.

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