Il futuro dell’opera lirica in Italia: Emiliano, può dare un contributo formidabile

BARI. Il sindaco di Bari Michele Emiliano è intervenuto questa mattina al convegno "L'opera lirica: un futuro possibile?", organizzato dall'associazione per l'Economia della Cultura e da Federculture, in programma all'auditorium Parco della Musica di Roma. Tra i temi affrontati durante il dibattito dai relatori il riconoscimento dell'insostituibile valore culturale dell'opera lirica e la necessità di una ridefinizione complessiva dell'assetto gestionale e finanziario delle fondazioni liriche.
"Quando in Italia si crea quell'alchimia tra produzione artistica, talento e creatività si riescono a fare cose straordinarie", sostiene il primo cittadino barese. "Eppure - aggiunge - assistiamo all'incapacità di collocare un investimento culturale nella visione strategica del Paese. Investire in cultura in Italia dovrebbe essere la cosa più ovvia per legare tutti i sistemi produttivi nazionali. Ma da vent'anni questi processi non vengono governati con conseguenze molto gravi. Per questa ragione stiamo lavorando alla definizione di una legge nazionale sul ripristino della bellezza del nostro Paese, che contenga il metodo più che il dettaglio. Una legge di senso inverso al Piano casa, che incentivi i privati a eliminare le brutture e ricostruire nel rispetto dell'ambiente e delle regole. Da questi elementi si può partire per riconnettere, attraverso la bellezza, l'industria, la formazione, la produttività. Il settore della lirica può dare un contributo formidabile. La riapertura del Petruzzelli a Bari ha incrementato l'occupazione, rilanciato l'immagine internazionale e la sua capacità di attrazione turistica, in una città che, a parte la Basilica di San Nicola, offriva poco ai visitatori. La politica non si occupa abbastanza di questi temi, mentre nel mondo il binomio cultura/economia è un fatto consolidato, che quando é valorizzato cambia la percezione di sé di una comunità, la dignità di un popolo. L'esperienza vissuta con l'opera "Lo stesso mare", con Amos Oz e Fabio Vacchi, mi ha definitivamente convertito al valore ampio che la cultura riveste per un'intera città. Questa produzione ha avuto valore provvidenziale, collocando Bari nel dialogo con Israele e con la comunità palestinese, e abbiamo tratto ispirazione anche dal punto di vista sociale e imprenditoriale. Utilizzando la cultura in economia si riescono a fare operazioni che sarebbero impossibili altrimenti ma per farlo occorre un meccanismo che coinvolga i privati in questa visione strategica, che metta al centro cultura, bellezza, formazione del pubblico e della sua sensibilità.
La frase 'con la cultura non si mangia' è sbagliata, specie nei Sud del mondo. Possiamo cambiare il nostro destino solo se riusciremo a tenere insieme il legame tra genius loci e il resto del mondo, nella consapevolezza che la musica, l'arte, la cultura sono in grado di salvare non solo un'economia ma l'animo delle persone, di tutte, anche quella di chi a teatro non ci va. Dobbiamo fare un documento - conclude Emiliano - che riguardi questo settore, collegando il discorso ad un piano di vero e proprio rinascimento, perché solo cosi è probabile che daremo una risposta ai problemi di civiltà minuta che attraversano il nostro Paese e il nostro tempo".