Melania: i testimoni notano il marito ma non Melania

di Roberta Calò. Proseguono le indagini sul caso di Melania Rea, la giovane madre di Summa Vesuviana, uccisa all'età di 29 anni a Colle San Marco il 20 aprile accoltellata e morta in seguito all'aggressione per dissanguamento.
I testimoni ascoltati di recente hanno dichiarato di non aver notato la giovane donna il 18 aprile, giorno della scomparsa nel bosco delle Casermette dove è stata ritrovata grazie ad una segnalazione di una chiamata anonima partita da una cabina telefonica. Gli stessi hanno però dichiarato di aver notato il marito, Salvatore Parolisi, per gli abiti piuttosto estivi che indossava contrariamente alla temperatura della giornata: pantaloncino e maglietta. I capi d'abbigliamento sarebbero spontaneamente stati consegnati dal marito ai carabinieri del Ris per portare avanti indagini di carattere scientifico. Il marito della vittima, caporalmaggiore dell'esercito, era già entrato nell'occhio del ciclone dell'opinione pubblica dopo aver ammesso di alcune sue relazioni extraconiugali: "Due anni fa ho avuto una relazione, ma è finita da tempo". La relazione sarebbe stata confermata anche dalla testimonianza di una soldatessa, allieva del marito della vittima. Inizialmente nelle prime ore della comparsa di Melania si prospettava un allontanamento volontario della donna; a seguito del ritrovamento del cadavere si è pensato al movente passionale. I genitori della vittima, però, hanno ferocemente difeso il genero: "Non abbiamo dubbi: Salvatore è un bravo ragazzo, non c’entra niente con la morte della nostra amatissima figlia", chiarisce Gennaro Rea.
Gli inquirenti non soddisfatti di quanto affermato la marito, hanno prospettato l'ipotesi di ascoltarlo nuovamente per far luce su dettagli ancora troppo oscuri.
In nessuna direzione compaiono dati certi e come ha dichiarato uno dei responsabili, il colonnello Alessandro Patrizio, comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno: "stiamo seguendo vari filoni di indagine".
Gli investigatori si sono chiusi in un profondo silenzio mantenendo il massimo riserbo e limitandosi a rispondere in modo sintetico e inequivocabile ai giornalisti: "le indagini proseguono".