Melania: tracce biologiche di tossicodipendenti

di Roberta Calò. Numerosi sono i dettagli al vaglio degli investigatori circa il caso di Melania Rea, la giovane donna di 29 anni madre della piccola Vittoria e moglie di Salvatore Parolisi, ferocemente accoltellata e ritrovata morta nel bosco della Casermette, a Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. (leggi anche: Forse uccisa da rivale d'amore)
Eppure alcuni per gli investigatori potrebbero essere dettagli frutto di un tentavo di depistaggio da parte dei suoi carnefici. In particolare il riferimento riguarda la svastica sulla coscia della donna e la siringa trovata conficcata nel suo seno. Secondo gli inquirenti quest'ultima potrebbe appartenere a dei tossicodipendenti, di qui le tracce biologiche ritrovate sopra di un uomo e una donna, che potrebbero essere completamente estranei all'avvenimento.
Non convince nemmeno il fatto che il cadavere avesse slip e pantaloni abbassati senza che su di esso risultassero segni di un tentativo di violenza sessuale.Da spiegare ci sono anche i due scontrini recuperati sul logo del delitto riportanti le date del 18 e del 19 Aprile; le ricevute fiscali potrebbero appartenere anche a chi ha ritrovato il corpo e ha fatto poi partire una telefonata anonima da una cabina per allertare le forze dell'ordine già a conoscenza della scomparsa della donna per la denuncia fatta dal coniuge.
Smentito anche il presunto ritrovamento dell'arma del delitto. Nelle varie fasi di ricerca infatti era stato recuperato dalla Protezione Civile un coltello tipico dei cercatori di funghi che però, secondo gli esami dei Ris, non risulta compatibile con le ferite inferte alla giovane madre di Somma Vesuviana.
I pm di Ascoli e Teramo hanno tenuto nella mattinata di ieri un summit per cercare di fare il punto della situazione e vagliare con i carabinieri del capoluogo piceno i recenti sviluppi, soprattutto in merito alle ultime testimonianze raccolte ascoltando persone informate sui fatti ed esterne alla mera cerchia dei familiari.