Un interessante viaggio nelle tradizioni popolari pugliesi

di Vittorio Polito. Un interessante viaggio nel ricco patrimonio delle tradizioni popolari è quello che propone Grazia Stella Elia nel volume «Il matrimonio e altre tradizioni popolari» (Levante Editori, pagine 480 - € 40).
Grazia Stella Elia, nata e residente a Trinitapoli, ha insegnato per molti anni trasmettendo ai suoi alunni l’amore per la poesia e per il teatro, impegnandosi moltissimo allo studio del suo dialetto (“casalino”). Ha pubblicato molti libri tra poesie, racconti, folklore e tradizioni popolari, riservando il posto d’onore al dialetto di Trinitapoli, al punto che ha pubblicato anche un ponderoso “Dizionario del dialetto di Trinitapoli” (Levante Editori), che si avvale della prefazione di Manlio Cortelazzo (1918-2009), professore emerito dell’Università di Padova, uno dei massimi esperti in materia di dialetti. Anche il volume del quale parliamo è stato presentato dallo stesso Cortelazzo.
Ogni capitolo è composto da numerosi paragrafi che, partendo dalla definizione del sostantivo-chiave, prosegue con descrizioni, richiami alle tradizioni relative ad altre località, spesso con finalità di comparazione, fino al confronto tra ieri e oggi. Il tutto arricchito con scritti poetici ed in prosa, dei proverbi e dei modi di dire inerenti al tema trattato.
Si inizia con il matrimonio ieri e oggi, nel quale sono descritti i sistemi per combinare i matrimoni tra persone ricche e di media condizione e tutte le formalità e gli atti utili alla definizione, alla fuga d’amore, ai proverbi, alle superstizioni, alle preghiere, al Santo delle donne (San Pasquale Bailonne), ecc. Anche San Nicola di Bari è protagonista, dal momento che è chiamato in causa quale protettore e intercessore della buona sorte delle donne da marito. Un capitolo è dedicato alla nascita di un bambino con tutto il corteo di avvenimenti, a partire dalla gravidanza, al battesimo, alle ninne nanne, alle dentizione, alla medicina popolare, ecc.
Non manca il ricordo delle tradizioni popolari legate alla festa dei morti, ai riti della morte e del cordoglio, ai pellegrinaggi, considerando il notevole ruolo che vede la Puglia meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo per Padre Pio a San Giovanni Rotondo, per San Michele a Monte S. Angelo ed a Bari per San Nicola, tanto per citare i più frequentati. C’è anche un accenno alla grande importanza che i cinesi riservavano ai morti. Il lutto in quel Paese è contrassegnato dal bianco e viene portato da uno a tre anni, a seconda del grado di parentela con il defunto.
Ma non si parla solo di morte, ma anche del Natale di ieri e di oggi, della quaresima, della settimana Santa e della Pasqua di Resurrezione con tutti i riti che si svolgono nei vari paesi, le tradizioni, il linguaggio del mondo contadino, le superstizioni, i costumi tradizionali, i dolci di Pasqua. L’unico problema per il lettore è scegliersi l’argomento fra i tanti, egregiamente trattati, con ricchezza di particolari.
In primissimo piano c’è il dialetto, del quale molti annunciano la sua agonia, ma che sempre più prepotentemente emerge, dal momento che esprime la vera genuinità, la naturalezza della vita concreta, l’autentico soffrire e sentire di un popolo, ma soprattutto uno strumento che rafforza la comunicazione.
Manlio Cortelazzo, scrive nella presentazione che «Il lavoro non è una mera elencazione di fatti, per quanto interessante, avvenuti nel proprio paese, ma è completato da un fitto tessuto di comparazioni, che si estendono dalle località vicine a quelle regionali, e da queste ai comportamenti nazionali e, in qualche caso, particolarmente interessante per la coincidenza di costumi, anche in altre parti di Europa e in altri continenti…».
Anche il Sindaco di Trinitapoli (Ruggero Di Gennaro), nella sua presentazione si dice «orgoglioso di esprimere ammirazione ad una donna di notevole cultura e sensibilità, che da decenni dedica i suoi studi alla poesia ed alla demologia, aggiungendo tasselli importanti al mosaico della locale bibliografia, nella quale occupa un posto di riguardo».
Non si può che complimentarsi con Grazia Stella Elia che lascia ai suoi concittadini, ai posteri, ma anche agli studiosi di tradizioni e dialetti, un generoso, notevole e chiaro contributo, finalizzato a conservare lo spirito della vita quotidiana che li ha preceduti. Infatti, ella scrive nella introduzione, che «Alla base dei miei interessi culturali c’è una sola matrice: il paese e “paese” vuol dire nascita, infanzia, vita sofferta, incontro di persone vere, luoghi e situazioni reali; un mondo che spazialmente può sembrare assai ridotto, ma che si presenta con una straordinaria intensità».
Massima condivisione, quindi, per questa gradevolissima ed utile pubblicazione, i cui motivi conduttori sono la gioia di vivere, l’amore per la famiglia, il rispetto reciproco, il lavoro, la voglia di lavorare e la religiosità. Non c’è proprio nulla da aggiungere.

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