Us Lecce: calcioscommesse, scagionato l'attaccante Corvia

di Dany Martini. Sono giorni intensi per l'US Lecce. Il direttore sportivo, Carlo Osti, è alla ricerca del nuovo allenatore. Tra i successori di De Canio alla panchina giallorossa ci sono Pasquale Marino e Massimo Ficcadenti, con quest'ultimo molto favorito rispetto all'altro. Ficcadenti potrebbe portare con sé il vice Bruno Conca ed il preparatore dei portieri Ermes Fulgoni. Ma, l'elenco dei pretendenti alla panchina giallorossa è ancora lungo: si parla, infatti, anche di Walter Novellino, Gianni De Biasi, Andrea Mandorlini, Rolando Maran, Gigi Cagni e la new entry Eusebio De Francesco, pronto a ritagliarsi uno spazio nella massima serie.
Ma, nella società di via Templari, non si parla solo di allenatori. bisogna ancora risolvere le varie comproprietà: il Lecce proverà ad incontrare in questi giorni i dirigenti del Piacenza per discutere dell'altra metà del cartellino di Daniele Cacia, e lo stesso discorso vale per Gianni Munari a metà col Palermo. Per quanto riguarda altri calciatori, il portiere Antonio Rosati è nel mirino della Sampdoria e del Palermo, mentre per Djamel Mesbah si sono fatte avanti Palermo, Fiorentina, Parma e soprattutto il Malaga.
La squadra giallorossa, in ultimo, pensa ancora al calcioscommesse ma, le buone notizie, non tardano ad arrivare. Massimo Erodiani, titolare di due centri scommesse e cardine dell’inchiesta, scagiona l'attaccante giallorosso Corvia nel corso dell'interrogatorio reso davanti al procuratore capo di Cremona Roberto Di Martino. Erodiani racconta che Paoloni, l'ex portiere indagato, si spacciava per Corvia anche con lui, facendogli credere, nel corso di diverse conversazioni avute su Skype, di trovarsi di fronte proprio all'attaccante. Erodiani aveva detto di non aver avuto alcun incontro diretto con l’attaccante e le uniche conversazioni erano state quelle avvenute tramite Skype, con un personaggio dal nickname “Asso” che, sempre secondo Paoloni, era il nomignolo di Corvia. Durante la vigilia di Genoa-Lecce, una delle partite finite nel mirino della Procura, il gruppo degli “zingari” era pronto a investire ben 200mila euro per corrompere i giocatori. Questi pretendono di avere un contatto visivo con Corvia, e Paoloni organizza una videochat in cui finge di essere l’attaccante. Ma il raggiro non ottiene gli effetti sperati, poiché gli scommettitori si accorgono dell’assenza di un vistoso tatuaggio sul braccio, che il vero calciatore ha.