Libri: “La vita: una meravigliosa battaglia”


di Vittorio Polito. Filomena Danisi originaria di Grumo Appula (Ba) ed emigrata negli Stati Uniti, ha scoperto un brutto giorno di essere affetta da una malattia denominata “Atassia di Fredreich” che origina dalla mutazione di un gene. Una patologia che avanza lentamente creando un progressivo disordine neuromuscolare e che la medicina sta tentando di scoprire ciò che ancora non si conosce.
Danisi non si è persa d’animo, anzi, ha frequentato l’Università di New York, conseguendo il diploma e la laurea in lavori socialmente utili. Ha lavorato come assistente sociale presso l’Associazione per bambini con ritardo nello sviluppo mentale, ma l’incalzare del morbo l’ha costretta a ritirarsi. La sua lotta per la vita non è finita, si è messa al computer ed ha cominciato a scrivere la storia della sua vita e l’ha pubblicata negli Stati Uniti nel 2005.
Oggi Filomena Danisi è tornata nella sua Grumo ed ha tradotto in italiano il suo libro e lo ha pubblicato con la Levante Editori nella “Bibliotechina di Tersite”, curata da Francesco De Martino, con il titolo “La vita: una meravigliosa battaglia” (pagine 164 - € 15).
In sostanza Filomena Danisi non fa solo un elenco di fatti ed episodi che hanno toccato così gravemente la sua vita, ma riporta i suoi stati d’animo, le reazioni della propria famiglia che affronta, e lotta unita in terre lontane, le inimmaginabili difficoltà ed i sacrifici a cui sono andati incontro.
Il testo, con la prefazione di Vito Antonio Sirago, rappresenta la traduzione dell’originale in lingua inglese, tradotto dalla stessa Filomena, adattato per i lettori italiani dalla professoressa Anita Palladino.
Un racconto struggente, soprattutto perché non è di fantasia, ma evidenzia la forza di volontà di Filomena che, nonostante tutto, ha sempre la voglia di ricominciare, specialmente dopo il ritorno nella sua Grumo Appula, come scrive nell’epilogo: «È questa, per me, la quarta volta che ricomincio. La prima fu quella di quanto partii per l’America. La seconda, quando superai l’impatto della diagnosi ed assunsi il controllo della mia vita. La terza, quando dopo le dimissioni, iniziai a scrivere la mia autobiografia. Ce la farò a riprendere tutto daccapo dopo il trasferimento in Italia?». Te lo auguriamo.
Filomena nei suoi ringraziamenti ricorda, tra gli altri, Anita Palladino, che ha saputo portare al suo testo «gli opportuni accorgimenti stilistici e le forme espressive proprie dei sentimenti di una fanciulla in fiore colpita da un morbo così feroce».